IAML Italia Legge sul diritto d'autore: messaggi inoltrati a IAMLITA-LSu suggerimento di Massimo Gentili-Tedeschi, sono qui di seguito pubblicati i messaggi sull'argomento pervenuti alla lista dopo il convegno annuale della IAML Italia (Napoli, 20-21 ottobre 2000) che ha ospitato l'intervento di Carmela Bongiovanni su Copyright e diritto allo studio in ambito musicale e un primo dibattito tra i soci in vista della definizione di linee guida nell'applicazione della nuova legge 248/2000. Sulla scorta di un intervento di Domenico Bogliolo su
AIB-CUR si è sviluppato un tema parallelo riguardante
la funzionalità pubblica o esclusivamente
istituzionale delle biblioteche di conservatorio (ma il
discorso riguarderebbe anche quelle di università).
Per una migliore identificazione ho unificato il 'subject'
di questi messaggi in biblioteche speciali,
attribuendo una numerazione progressiva. |
23 Oct 2000 |
Cari amici,
tornando a casa dall'incontro di Napoli riflettevo di nuovo sulla questione del divieto di prestito di 'spartiti e partiture' ribadito dalla nuova legge 248 sul diritto d'autore. Tengo particolarmente a questo aspetto della questione perché colpisce noi bibliotecari musicali nello specifico e ci vede, temo, piuttosto soli di fronte alla controparte. Vi sottopongo alla rinfusa un paio di considerazioni aggiuntive in vista dell'imminente incontro di Federica con i rappresentanti dell'AIB e come primo atto di buona volontà per il lamentato stato di languore della nostra lista.
Riassumendo per gli assenti, le cose salienti che si son dette (se la memoria non mi tradisce) sono le seguenti:
1. non siamo di fronte alla semplice reiterazione di una disposizione di legge già vigente: associato alle nuove radicali restrizioni alla possibilità di fotocopiatura, questo divieto viene a costituire ora un sostanziale pregiudizio al diritto allo studio;
2. il legislatore non motiva il particolare trattamento riservato, in negativo, al materiale musicale: l'ipotesi più accreditata dall'assemblea è quella che egli consideri la fruizione di tale materiale legata esclusivamente alla sua esecuzione e paventi una duplice violazione dei diritti di utilizzazione economica dell'opera: 1. in sede di diffusione 'scritta'; 2. in sede di diffusione 'sonora'; al tempo stesso l'assemblea ha rilevato come questa ipotetica ma verosimile intenzione del legislatore non solo sia ottusa e vada a penalizzare drasticamente chi la musica semplicemente la 'studia' (per es. tutta l'utenza universitaria) ma contrasti inoltre con alcune considerazioni piuttosto evidenti e col dettato della legge stessa, se interpretato alla lettera:
a. utilizzo delle edizioni musicali ed esecuzione sono due attività distinte su cui la SIAE di fatto esercita di fatto due distinti tipi di controllo;
b. la possibilità di studiare le composizioni sullo strumento (quindi a casa o in aula piuttosto che in biblioteca) incrementa la probabilità della loro esecuzione, come ben sanno gli autori e come comprendono anche alcuni editori che (come è stato riferito da Massimo) arrivano a distribuire gratuitamente copie delle loro edizioni;
c. la legge non 'vieterebbe' il prestito delle 'parti', cioé della forma di presentazione del testo musicale più utilizzata per l'esecuzione.
3. Si auspica che il prestito interno, cioè quello rivolto all'utenza istituzionale e in primo luogo quello destinato alla didattica non venga interessato dal divieto. Ma non ne siamo poi così sicuri.
Le osservazioni che aggiungo sono le seguenti:
1. (mi avventuro in un campo che non mi è congeniale) Possiamo tacciare il dettato legislativo di lesione del principio di 'pari opportunità' o addirittura (azzardo) di incostituzionalità in riferimento all'art. 3 che (stralcio) sancisce: E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine ECONOMICO ... che, limitando di fatto ... l'EGUAGLIANZA dei cittadini, impediscono il pieno SVILUPPO DELLA PERSONA UMANA e l'effettiva partecipazione di tutti ...
Non è forse vero che lo studente che decida di intraprendere studi di carattere musicale si troverà discriminato da questa normativa che lo penalizza rispetto ai colleghi di altre discipline non costretti a comprarsi i libri per studiare? Si noti bene che la discriminazione non deriva da una congiuntura esterna (per esempio la bibliografia disciplinare o il mercato librario) per cui si potrebbe obiettare che allora lo studente di fisica dei superconduttori è discriminato rispetto a quello di storia della Valcamonica perché ha tutti i libri in lingue straniere e che costano un occhio della testa. Qui è la legge della Repubblica che determina questa discriminazione, andando in effetti ad aggravare quella già determinata dal mercato editoriale, come ben sappiamo. Un'obiezione di questo tipo potrebbe almeno arrivare a sottrarre esplicitamente al divieto il prestito all'utenza istituzionale (interna). Osservo tuttavia che un diverso trattamento tra utenza interna ed esterna contrasta per esempio col dettato del regolamento del polo SBN bolognese che non mi stupirei se fosse condiviso da altri poli.
2. Sarebbe davvero importante costringere il legislatore a esplicitare la motivazione di questo differente trattamento. Se la risposta fosse quella che ci aspettiamo sia, sarebbe facile controbattere con le argomentazioni citate oppure 'minacciare' un comportamento basato sull'interpretazione letterale della legge (quindi prestando parti e quant'altro non sia classificabile come 'spartito' o 'partitura') o ancora ottenere per esempio la possibilità di prestito di partiture in formato tascabile o di studio, cioé non adatte all'esecuzione.
3. In ogni caso il divieto non deve ricadere sulla letteratura musicologica che abbia corredo di edizioni musicali o magari di semplici esempi (dagli ispettori della SIAE possiamo aspettarci di tutto) e il prestito interbibliotecario deve essere salvaguardato (e qui mi aspetto di essere spalleggiato per esempio dall'ICCU), traducendo il divieto in obbligo per l'utente alla consultazione del volume nella sede della biblioteca richiedente. L'ammissibilità di questa accezione di prestito consentirebbe inoltre di non precipitarci a modificare il campo <disponibilità> in tutti i record di SBN, che potrebbero divenire oggetto di contestazione da parte della SIAE (sapranno usare gli OPAC di polo?).
Non mi faccio particolari illusioni: la legge è stata fatta e i margini di contrattazione non possono essere enormi (a meno che io non ci abbia azzeccato con le parafarneticazioni di incostituzionalità).
Ciao a tutti.
Gianmario Merizzi
23 Oct 2000 09:26:23 |
Cari colleghi,
la norma che vietava il prestito di spartiti e partiture non è nuova, come giustamente ricordava anche Gianmario Merizzi nel suo messaggio. Ricordo che all'epoca inviai - tramite il direttore del Conservatorio in cui allora prestavo servizio (Mantova) - un quesito al Ministero per sapere come dovevo comportarmi (se continuare o no a prestare libri di musica). Il quesito rimase senza risposta, e continuai a prestare musica, come tutti abbiamo fatto finora. Siamo rimasti quindi per 6 anni fuori dalla legalità.
Sicuramente però la questione va risolta. Come ho già avuto modo di dire più volte, il problema fotocopie mi tocca meno da vicino. Pur riconoscendo il pericolo di una limitazione alla possibilità di fotocopiatura, ricordo con amarezza la situazione che ho trovato qui a Brescia, prendendo servizio pochi anni fa, quando la biblioteca era considerata prevalentemente il posto dove andare a fare fotocopie. Di più, la cosa che proprio mi faceva dispiacere era la tipologia del materiale fotocopiato: volumi di musica che ogni studente dovrebbe possedere nella propria biblioteca, per studiarci quotidianamente (dai metodi al "Clavicembalo ben temperato"). So che non tutti saranno d'accordo con me, ma questo è il mio pensiero.
Trovo inoltre che già l'AIB si stia dando da fare per cercare una soluzione al problema fotocopie. Allora credo che i nostri sforzi dovrebbere andare soprattutto verso il prestito perché, davvero, non è pensabile che non si possano prestare spartiti e partiture (e parti, e parti con guida, e ogni altra cosa di musica a stampa). Qui sì dobbiamo intervenire con urgenza e con forza, perché studiare musica vuol proprio dire portarsela a casa, provarla, studiarla, ascoltarla. Non so se le pensate giuridiche di Merizzi abbiano senso (parrebbe di sì), ma certo anche il solo "buon senso" non può che permettere il prestito del materiale musicale.
Cordiali saluti
Mariella Sala
Biblioteca del Conservatorio "Luca Marenzio"
Brescia
consbib@provincia.brescia.it
25 Oct 2000 00:44:34 |
Al rientro da Napoli, e in attesa del congresso AIB, ho avuto un primo colloquio chiarificatore all'ICCU con la dott.ssa Mandillo per verificare come le ipotesi fatte a Napoli si inserissero nel dibattito generale.
Sto cercando di mettere insieme tutte le osservazioni col doppio fine:
a) di preparare il promemoria che l'AIB ci ha richiesto sulle esigenze della musica a stampa (per i dischi spero di incontrare la dott.ssa Sotgiu domani al convegno AIB e verificare fino a che punto l'argomento è stato trattato dall discoteca di Stato) che spieghi a terzi il nostro punto di vista.
b) di riunire in un documento, sempre sintetico, per i bibliotecari musicali anche altre osservazioni utili.
Poichè il tutto è piuttosto laboriosetto e poiché non credo avremo modo di sottoporre all'AIB più documenti sarebbe bene che chi ha osservazioni da fare si diverta a farle adesso.
Grazie per scrivere alla lista.
Aggiungo due brevi risposte e poi vengo al punto.
Per Gianmario Merizzi: grazie per la riflessione costituzionale, la inserisco nelle osservazioni possibili.
Per Mariella Sala: grazie per recuperare testo e dati precisi del quesito posto al Ministero. Potrà essere utile inserire nella documenatazione le testimonianze della non straripante attività di vigilanza fatta fino ad oggi in merito al divieto di prestito. Per chi avesse compiuto altre iniziative pubbliche: è il momento buono per andarle a ripescare.
L'azione dell'AIB attualmente mira a:
-- contenere i costi della cifra forfettaria da pagare da parte delle biblioteche ad un prezzo 'politico'.
-- chiarire quale sia l'interpretazione autentica della legge che presenta molti problemi di applicazione per tutte le tipologie di biblioteche
-- coinvolgere, come previsto dalla legge, i ministeri cui fanno capo le biblioteche: Beni culturali, MURST, P.I., etc.
Si è chiarito che:
-- Il costo della copia a prezzo ISTAT: riguarda le copisterie esterne; la cifra forfettaria è la normativa per le biblioteche. Il forfait si introduce proprio perché nessuno può distinguere il materiale protetto dal diritto d'autore da quello non protetto o da altro tipo di copie eseguite;
questo in quanto il volume d'affari può essere calcolato solo dai numeratori delle macchine coipiatrici e non con altri mezzi o controlli.
-- Servizio interno: bisogna chiarire come considerare gli appaltatori del servizio fotocopie che agiscono all'interno delle biblioteche.
Se si tratta di servizio della biblioteca (che affida a terzi un compito che non può assolvere da sola) o meno.
-- La SIAE, per accordi di reciprocità, è autorizzata a riscuotere anche per conto degli editori e autori stranieri.
-- Disponibilità sul mercato: è un altro punto dolente. Bisogna definire cosa si intenda per opera rara. Finché gli editori non metteranno a disposizione strumenti agili di consultazione in base ai quali si possa definire se un'opera è rara o difficilmente reperibile sul mercato il problema resta aperto.
- La via di una trattativa con gli editori per stabilire un 'fair use' della musica si presenta come la più diretta.
-- Servizi di biblioteca: si tratta dei servizi in generale e quindi si intende anche l'uso di una copia del documento per il prestito interbibliotecario, che però implica la consultazione in sede.
[Resta però il nostro specifico problema: se la consultazione della musica non si fa in sede ma leggendo la musica con lo strumento, impedire il prestito equivale a impedire la consultazione. Se le scuole di musica possono ancora salvarsi definendo la consultazione in istituto come equivalente alla consultazione in biblioteca, qualsiasi biblioteca che possegga musica ma non abbia gli spazi attrezzati con gli strumenti (o comunque un posto dove l'utente possa portare il proprio) non è in grado di offrire un servizio di consultazione agli esecutori.]
-- il divieto di prestito della musica stampa è lo specifico della nostra situazione per cui spetta solo a noi il compito di spiegarci all'esterno.
Il divieto di prestito diventa più oneroso adesso in quanto la 248/2000 abroga esplicitamente la legge che tutelava il diritto allo studio n. 193/1993 (quindi non sarebbero proprio di sei anni di illegalità).
[Tento una mia interpretazione:
--1993 le legge n. 159/1993 recita Art. 2 " Non è considerata a fini di lucro l'utilizzazione di riproduzioni di TESTI MUSICALI per attività didattica, di studio e di ricerca, ivi compresi esercitazioni e saggi per le attività musicali amatoriali e per quelle svolte da associazioni e fondazioni senza scopo di lucro, né l'utilizzazione per altre manifestazioni pubbliche di testi musicali che non siano acquistabili sul mercato".
-- 1994 risponde il decreto legislativo n. 685: "Attuazione della direttiva 92/100/CEE concernente il diritto di noleggio, il diritto di prestito e taluni diritti connessi al diritto d'autore in materia di proprietà intellettuale" che all' art.5 recita:
"1. L'art. 69 della legge 22 aprile 1941, n. 633 è sostituito dal seguente: Art.69 - 1. Il prestito eseguito dalle biblioteche e discoteche dello Stato e degli enti pubblici, ai fini esclusivi di promozione culturale e studio personale, non è soggetto ad autorizzazione da parte del titolare del relativo diritto, al quale on è dovuta alcun aremunerazione ed ha ad oggetto esclusivamente:
a) gli esemplari a stampa delle opere eccettuati gli spartiti e le partiture musicali
b) i fonogrammi ed i videogrammi...decorsi almeno diciotto mesi dal primo atto di esercizio del diritto di distribuzione".
Non potendosi modificare le norme sulle riproduzioni, nel colpire il prestito delle biblioteche si va alla fonte di tutti i guai (come riassume Gianmario Merizzi). Quindi il decreto 685 pare essere una norma 'equilibratrice' degli interessi degli editori rispetto alla legge 159. Si può sostenere che l'abrogazione esplicita della 159 e la nuova regolamentazione generale nella 248/2000 renda inutile il divieto di prestito? che andava quindi eliminato dal testo della legge? Comunque il permanere del divieto, cumulandosi alle restrizione della fotocopiatura, creano un situazione del tutto nuova rispetto a prima, giungendo al danno del diritto allo studio, etc.etc.
Osservazioni:
-- qualcuno sa o può controllare se la direttiva CEE introduce la discriminante per il prestito della musica? Mi sembre di ricordare di no.
-- La legge n. 159 parla di "testi musicali"; il decreto n. 685 di "spartiti e partiture". Anche se la legge n.159 oggi è abrogata credo che l'argomento di dare peso al significo tecnico delle parole non sia proprio fuori "come un balcone" (direbbero a Parma). Non si possono prestare partiture e spartiti ma tutto il resto sì.
Proverò a sottoporre questa ipotesi a Marandola al congresso AIB.
Mi fermo qui.
Do domani e per tre giorni c'è il congresso AIB di cui vi farò avere in seguito notizie.
26 Oct 2000 08:52:21 |
>qualcuno sa o può controllare se la direttiva CEE
introduce la
>discriminante per il prestito della musica? Mi sembre di
ricordare di no.
Cari Soci,
nel ringraziare Federica per l'ottimo lavoro che sta compiendo in merito al diritto d'autore, ho effettuato un rapido controllo sulla direttiva CEE 92/100; effettivamente non esiste nessuna discriminante per il prestito della musica, e in cio' Federica ricordava bene.
Allego di seguito l'intera direttiva per eventuali controlli.
saluti
Antonio Caroccia
Direttiva 92/100/CEE (ritorno col tasto back)
28 Oct 2000 09:10:45 |
Carissimi,
ho formulato un breve contributo, che potrebbe essere utile all'AIB, dopo essermi consultata con la responsabile del copyright della Casa Editrice Sonzogno.
Produzione e diffusione della musica a stampa rappresentano un'anomalia in campo editoriale. Il mercato ristretto di un prodotto costoso ha determinato comportamenti gestionali del tutto estranei agli editori di "libri".
Occorre tener presente che, mentre un libro ha un "utente diretto", la musica necessita di un intermediario ed è destinata ad un "pubblico". I potenziali utenti della musica a stampa sono quindi solo i pochi "intermediari" in grado di trasformare i segni in suoni; solo i "suoni" hanno poi un numero di utenti paragonabile a quello dei lettori di "libri".
Quindi gà all'inizio del secolo scorso i grandi editori musicali hanno escogitato forme di commercializzazione e di "protezione" della loro produzione che prescindono dai diritti d'autore e d'editore attualmente "protetti". In particolare hanno inventato il "noleggio" di tutti i materiali -partiture e parti- delle composizioni complesse come le opere.
Considerato che l'opera in Italia, dall'Ottocento in poi, ha rappresentato oltre l'ottanta per cento del prodotto dell'editoria musicale e considerata la lunga vita e diffusione mondiale dell'opera italiana, non mettendo in vendita i relativi materiali per l'esecuzione, gli editori si sono assicurati per generazioni gli introiti dal "noleggio" e il controllo delle esecuzioni: per tutte le composizioni "protette" da diritti, ossia non ancora di "pubblico dominio", questi diritti spettano sia agi autori o ai loro eredi, sia agli editori.
Il limite del 15% per la riproduzione è assolutamente ridicolo per la musica: di una composizione potrebbe rappresentare 10 battute.
Inoltre l'utente di musica è colpito due volte dalla legge 248/2000 che vieta anche il "prestito", ribadendo un divieto già sancito dalla legge del 1994. Il divieto del prestito della musica a stampa"protetta" , laddove è previsto persino il prestito dei CD dopo 18 mesi dalla disponibilità sul mercato, è una discriminante che colpisce la diffusione della musica in un Paese che avrebbe bisogno solo di incentivi in questa direzione.
L'utente della musica a stampa è soprattuto il musicista, quell'"intermediario" che prima di decidere se una composizione è adatta alle sue capacità tecnico-esecutive ha bisogno di "provare", cioè leggere e suonare la composizione. Questo musicista non può comprare tutto ciò che ha necessità di leggere, né può consultare la musica in biblioteca, se non trasformando la sala di lettura in una Babele indistinta di suoni.
Un compositore è sicuramente danneggiato dalla scarsa diffusione della sua musica, ma lo è anche l'editore: i loro maggiori ricavi non derivano infatti dalla vendita della stampa, ma dalle esecuzioni.
Il divieto di prestito e di riproduzione per uso di studio è anomalia solo italiana, non previsto dalla Direttiva CEE 92/100.
Per tutti gli Istituti di istruzione musicale ritengo inoltre si debba considerare la "copia per servizio" per la biblioteca, "copia di servizio" per la didattica.
Questo è il provvedimento che adotterà il Conservatorio di Milano per consentire almeno l'uso in classe di copie di partiture protette, in attesa che il Parlamento riveda una "svista".
Agostina Zecca Laterza
Biblioteca del Conservatorio
via Conservatorio, 12
I-20122 Milano
tel.-fax +39-2-76003097
28 Oct 2000 10:04:08 |
GRAZIE per la direttiva cee!
Mandillo mi informava che comunque le direttive cee non sono vincolanti per i singoli Stati e che l'Italia la ha comunque applicata in generale in maniera più ampia che altrove.
Il Convegno AIB è stato di grande interesse.
Molte le novità:
[omissis]
-- Copyright: non se ne è parlato pubblicamente ma il tema serpeggiva e ho riportato le nostre preocupazioni specifiche ai bibliotecari AIB impegnati nella commissione Copyright. L'intezione è chiedere una rapida revisione della legge visto che l'emendamento che obbliga le biblioteche a comportarsi come copisterie è stato introdotto con un sotterfugio mentre erano in atto ampi contatti tra AIB e editori per arrivare in parlamento con una posizione comune.
Forse c'è dunque una possibilità di chiedere la revisione del testo di legge in merito al divieto di prestito della musica e il ripristino della legge 1993.
Si tratta di essere ora molto chiari e sintetici nel passare la nostra richiesta all'AIB in quanto il caso della musica è un problema in più e non rientra nella generalità delle richieste che l'AIB farà.
Un saluto
Federica
02 Nov 2000 11:58:50 |
Giro alla lista questo contributo apparso in AIB-CUR (e mi scuso per chi lo riceve per al seconda volta), perché mi sembra molto interessante per difendere la causa delle biblioteche musicali di conservatori e università
Pietro Zappalà
> ... [snip] ...
>From: ingo
<domenico.bogliolo@UNIROMA1.IT>
>Subject: Franco Toni e il Diritto d'autore
>To: AIB-CUR@LIST.CINECA.IT
>Buongiorno.
>Mi sembra che nessuno abbia finora risposto al messaggio di Franco Toni (ISS) del 20 settembre 2000, per cui provo a farlo io adesso.
>Mi sembra che Franco centri esattamente il problema, concentrandosi sulle parole "servizi delle biblioteche", "uso personale" e "biblioteche pubbliche" dell'art. 2 della nota legge.
>Credo che qualsiasi giurista mi darebbe ragione se interpreto la legge in questo senso (il che farei comunque, se dirigessi ancora una biblioteca, assumendomi ovviamente la responsabilita` di tale comportamento):
>1) le biblioteche speciali/specializzate a seconda dei casi (universitarie, della ricerca, ecc.) non sono biblioteche pubbliche perche´ (grazie all'adorato Regio Decreto 1 aprile 1909 n. 223, che qualche dio nascosto vuole tuttora in vigore):
>"art.1: Le biblioteche annesse agli istituti d'insegnamento superiore del Regno, agli istituti e corpi scientifici e letterari, agli istituti di belle arti, ai regi conservatori ed istituti musicali, alle gallerie e ai musei, ai regi istituti d'istruzione media, non aperti al pubblico, costituiscono biblioteche speciali ed indipendenti dalla locale biblioteca pubblica governativa".
>Quindi sono biblioteche aperte non al pubblico, ma solo "agli insegnanti ed agli alunni degli istituti scolastici ed ai soci dei corpi scientifici e letterari ai quali le biblioteche appartengono" (art. 14, primo comma). Cfr il "Bollettino d'Informazioni" dell'AIB 3/1983.
>Quindi salta, per queste biblioteche (e, credo legittimo estendere la casistica, per analogia, ai centi d'informazione e documentazione) il disposto del secondo comma dell'art. 2, con grande gioia, io credo, anche dei nostri deputati e senatori, che potranno continuare a farsi fotocopiare gratis il 100% dei documenti in possesso delle biblioteche di Camera e Senato (se il diritto non e` un'opinione, come la matematica...).
>2) Salta del pari il problema delle fotocopie libere fatte solo "per servizi della biblioteca", se la biblioteca (o il centro d'info/doc) produce piu` o meno regolarmente servizi, per esempio, di DSI o bollettini informativi o quant'altro costituisca servizio basato sulla circolazione delle copie dei documenti, per i suoi utenti, il che >rientra certamente nella consuetudine di queste biblioteche/centri.
>3) Salta ancora, e in modo altrettanto evidente, la limitazione "di cui ai commi quarto e quinto" in relazione alle copie "per uso personale" perche´ quanto meno gli "insegnanti" (se non gli "alunni", ma credo che se ne possa discutere) "degli istituti scolastici" e i "soci dei corpi scientifici e letterari ai quali le biblioteche appartengono" cioe` docenti/ricercatori e deputati/senatori non ricorrono alla copia "per uso personale" ma per compiti istituzionali, per dovere cioe` di didattica/ricerca ecc., secondo il contratto che hanno stipulato con l'Ente, che li vincola a produrre per l'Ente e non per se´.
>Diverso sarebbe, credo, il caso di un professionista o deputato/senatore che ha accesso (per virtu` dell'art. 14, primo comma dell'RD 223/1909) alla biblioteca speciale/specializzata e che, per esempio per una sua causa in tribunale o una perizia tecnica privata chieda fotocopie alla "sua" biblioteca: qui scatterebbe l'uso >personale di cui sopra, ricadendo quindi giustamente (se si accetta il principio della remunerativita` del diritto d'autore) nei limiti e nelle modalita` del quarto e quinto comma (sempre se il diritto non e` un'opinione...).
>4) Infine, ricordo a chi dovrebbe nei prossimi giorni confrontarsi con la SIAE (e cioe` ai rappresentanti di AIB, AIDA, GIDIF e altri di cui magari non so) che il secondo comma del secondo articolo della nota legge di tutela del diritto d'autore afferma che con la SIAE dovra` essere discussa "la MISURA di detto compenso" oltre alle "MODALITA` per la riscossione"; non vedo quindi perche´ ci si fissi tutti quanti solo sulla modalita` dimenticando che la misura e` tutt'altro che stabilita, ISTAT o non ISTAT (che dovra` trattare, poi, solo di "libri" e non anche di riviste...).
>Se cosi` stanno le cose -e chiedo il vostro parere- mi dispiace per le "pubbliche", ma forse "noi" e i nostri utenti ci siamo salvati da certi aspetti piu` idioti di una legge forse tra le peggiori fatte dagli incomptetenti (e loro consulenti) di turno.
>Ultima cosa: diamoci da fare noi delle biblioteche "non aperte al pubblico" e rigettiamo questa legge nei suoi aspetti piu` penalizzanti per la didattica e la ricerca portando il caso, se necessario, anche alla conferenza dei rettori e ovunque sia necessario. Le universita` e gli enti di ricerca hanno abbastanza peso politico per una posizione pubblica e ufficiale che costringa a una modifica anzitempo di questi dispositivi perversi del pateracchio. Le leggi si rispettano solo se sono giuste, o no?
>Ed ecco il messaggio di Franco Toni:
>Date: Wed, 20 Sep 2000 09:45:01
+0200
>> Reply-To: Bibliotecari italiani
<AIB-CUR@LIST.CINECA.IT>,
>> Franco Toni <ftoni@iss.it>
>> Sender: AIB-CUR@LIST.CINECA.IT
>> From: Franco Toni <ftoni@iss.it>
>> Subject: Legge diritto d'autore
>> Ancora un quesito per Marandola sulla 248/2000.
>> Come si deve interpretare quel "è libera la fotocopia da opere esistenti nelle biblioteche, fatta per i servizi delle biblioteca" dell'art.2 ? In particolare, per quanto riguarda le biblioteche di enti ed istituti di ricerca, sono da ricompendersi sotto questa casistica le fotocopie richieste dai ricercatori dell'ente, materiali che certamente vengono prodotti per assolvere ai compiti istituzionali di ricerca e non per "uso personale" ? E, in caso di interpretazione positiva, a queste riproduzioni non è applicabile il limite del 15% e il versamento del compenso SIAE, o sbaglio nell'interpretare il dettato della legge ?
>> Franco Toni
>> ftoni@iss.it
>Con i piu` cortesi saluti,
>Domenico (Ingo) Bogliolo
>Universita` degli Studi di Roma "La Sapienza".
>CICS - Centro Interdipartimentale per il Calcolo Scientifico
>vox 0649913845 fax 0649913837
mailto:domenico.bogliolo@uniroma1.it
>Webmaster di http://www.uniroma1.it,
http://www.cics.uniroma1.it,
>http://www.aidaweb.it, http://www.aidainformazioni.it,
http://www.uniroma1.it/infer/
>Pagina personale
http://www.uniroma1.it/Documentation/Ibog.html
********************************
Pietro Zappala' (Dr.)
Scuola di Paleografia e Filologia Musicale
corso Garibaldi 178
I-26100 Cremona
Tel.: + 39 0372 25575
Fax: + 39 0372 457077
<mailto:zappala@unipv.it>
<http://spfm.unipv.it/>
03 Nov 2000 10:57:54 +0100 |
Cari amici,
complimenti a tutti per la ricchezza di informazioni, indicazioni,
iniziative, consigli, che vengono dalla lista.
Vorrei tornare sulla questione del copyright e sull'intenzione emersa a Napoli di concordare un comportamento comune.
Tra poco riprenderanno le lezioni e saranno riattivati i servizi. Cosa fare?
Il suggerimento della signora Laterza sulla "copia di servizio" mi sembra illuminante.
Per il pretisto di "partiture e spartiti" soggetti al copyright invece cosa fare?
Mi sembra ci siano pochi margini per continuare ad autorizzarne il prestito. O sarà meglio aspettare gli atti legislativi successivi (lettura autentica della legge, se è cosi che si dice)?
Cosa ne pensate?
Un caro saluto a tutti,
Cesare
Cesare Corsi
Via Duomo 290/C
80138 Napoli
081 288076
ccorsi@tin.it
03 Nov 2000 12:18:33 |
Cari colleghi,
ho letto con attenzione l'intervento di AIB-CUR ritrascritto da Pietro Zappalà. E chiedo, in particolare ai colleghi di Conservatorio: voi la vostra biblioteca la considerate davvero non aperta al pubblico - se non per la consultazione - e riservata - per il prestito (almeno finché ci sarà concesso) - soltanto a docenti e allievi?
Lo chiedo perché io praticamente da sempre, con il permesso (però è un accordo tutto verbale) dei miei diversi direttori, ho sempre concesso il prestito anche agli "esterni" (che in genere sono ex-allievi dello stesso Istituto o comunque persone note del luogo che si occupano di musica). Mi è sempre parso doveroso farlo perché la biblioteca del Conservatorio è, in genere, l'unica biblioteca musicale del territorio e negare il prestito della musica a chi di musica si interessa mi è sempre parso una cattiveria.
Cordiali saluti
Mariella Sala
Biblioteca del Conservatorio "Luca Marenzio"
Brescia
<mailto:consbib@provincia.brescia.it>consbib@provincia.brescia.it
03 Nov 2000 12:56:49 |
Cara Mariella,
la nostra biblioteca è aperta attualmente al pubblico, soltanto che i servizi sono limitati per regolamento: il prestito non è concesso per esempio (ma generalmente proprio perché si tratta di ex allievi c'è quasi sempre un prestanome). Comunque tutti questi problemi saranno da noi discussi al prossimo collegio docenti e si porranno ufficialmente dei quesiti. Sulla base della discussione si modificherà il regolamento.
Ciao
Licia
03 Nov 2000 13:30:38 |
Cara Mariella,
ho letto il tuo intervento e mi preme scriverti subito per evitare ogni possibile fraintendimento. Mi conosci bene e sai che non ho mai voluto sostenere la causa delle biblioteche riservate, né di conservatorio e neanche della nostra di facoltà.
La lettera che avevo rilanciato da AIB-CUr aveva solo lo scopo di trovare un "escamotage" ai problemi di prestito (fermo restando che io, di mio, legittimerei la larghezza di prestito anche con gli esterni, andando così fuori legge ....)
Mi premeva percisarlo perché non vorrei che si pensasse che sono per le biblioteche chiuse e riservate, non mi ero neanche accorto di questo possibile fraintendimento.
Cari saluti!
Pietro
********************************
Pietro Zappala' (Dr.)
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05 Nov 2000 23:57:00 +0100 |
Come si sperava, pare che l'AIB si stia muovendo per far modificare la legge sul copyright, cosa non facile, ovviamente, visto che è una legge appena fatta. Però, dato che ancora non è applicata per quanto riguarda gli aspetti relativi alla fotocopiatura in Biblioteca, ci si potrebbe sperare.
Vi allego la lettera inviata dal Presidente dell'AIB, Igino Poggiali al Ministro Melandri.
Si parla anche delle biblioteche musicali e dell'assurdità della cosa, visto che ci bloccherebbe completamente.
Si chiede, fra l'altro, l'abrogazione della famosa frase della legge 1994 "eccettuati gli spartiti e le partiture musicali".
La lettera è del 25 ottobre, ed è sul sito dell'AIB.
Forse sarebbe il caso che anche la IAML facesse altrettanto, spiegando nei dettagli il problema specifico musicale.
In tal caso, tuttavia, eviterei di parlare del caso dei Conservatori, ma di attenersi solamente al problema del prestito e fotocopiatura del materiale musicale.
Come abbiamo letto, infatti, nell'interessante intervento di Bogliolo in risposta a Franco Toni, il fatto di essere biblioteche specializzate di istituzioni scolastiche e non pubbliche, potrebbe essere, alla peggio, la scappatoia nel caso non si potesse fare nulla e dovessimo applicare la legge.
Quindi la lascerei da parte per ora e la terrei come ultima spiaggia.
Parliamone qui
Marcoemilio Camera
07 Nov 2000 13:14:20 |
In merito all'apertura al pubblico delle biblioteche annesse agli istituti di istruzione è necessario ricordare anche una legge posteriore relativa ai Conservatori di musica.
Dopo il Regio Decreto 1 aprile 1909 n. 223 è stata emanata la legge 1912 n. 734, applicata con decreto Luogotenenziale n. 1852 del 1918, che al Capo X (Biblioteche),all'art. 244 recita:
"Le biblioteche degli istituti musicali governativi sono aperte agli inseganti e agli alunni degli istituti stessi, ED ANCHE AL PUBBLICO, durante l'anno scolastico dalle ore 9 antimeridiane alle 3 pomeridiane".
Il provvedimento distingue le biblioteche di Conservatorio dalle altre biblioteche di istituti di istruzione superiore in quanto a Napoli e a Milano, prima dell'unità d'Italia, i Conservatori avevano importanti biblioteche, con diritto di stampa per la musica, e già aperte al pubblico.
Quindi, fatta salva la possibilità di considerare 'copie di servizio' le copie necessarie alla didattica e allo studio (allievi e docenti), rimane per le biblioteche dei Conservatori il problema di fornire un servizio al pubblico.
Agostina Zecca Laterza
08 Nov 2000 00:22:09 |
Invio in allegato il documento fatto avere all'AIB, insieme al documento di Agostina Zecca Laterza già inviato alla lista, in tempo utile per la riunione del 30.10 tra AIB e SIAE.
Il documento era stato spedito il 29 anche alla lista ma per un errore di digitazione nell'indirizzo non è arrivato subito: mi scuso di questo ritardo.
Sebbene sia stato redatto in gran fretta, pare che il documento abbia ottenuto lo scopo prefisso.
Il caso delle biblioteche musicali viene portato come esempio sia nella lettera del presidente Igino Poggiali sia nella riunione avuta dall'AIB con la SIAE (anche questa nel sito web dell'AIB alla pagina sul Copyright).
Se gli emendamenti richiesti non saranno inseriti nella Finanziaria 2001, l'AIB conta di insistere in altre occasioni del dibattito parlamentare come una prossima legge sul libro o sull'editoria.
L'emedamento proposto dal nostro documento riguarda solo il prestito in quanto il tema della tutela del diritto allo studio ci è sembrato più complesso. L'AIB ha invece fatto sua anche l'ipotesi di richiedere il ripristino della legge 159/1993 (articoli 1 e 2). Questa seconda richiesta era stata argomentata in maniera dubitativa nella lettera accompagnatoria inviata ad Anna Maria Mandillo e Gianni Lazzari che qui riproduco:
" Relativamente ad una maggiore tutela del diritto allo studio musicale la faccenda sembra essere più complicata e deve essere approfondita con un po' più di tempo. Status quo:
-- non sembra utile ripristinare l'articolo 2 (legge 22 maggio 1993, n. 159, abolito dal art2.comma2 legge n. 248/2000 che definisce non a 'fini di lucro' l'uso delle riproduzioni, e quindi non inciderebbe sulla percentuale del 15% dell'uso personale ora introdotta e ritenuta per la musica priva di senso.
[art.2, n. 159/1993: Non è considerata a fini di lucro l'utilizzazione di riproduzioni di testi musicali per attività didattica, di studio e di ricerca, ivi compresi esercitazioni e saggi per le attività musicali amatoriali e per quelle svolte da associazioni e fondazioni senza scopo di lucro, né l'utilizzazione per altre manifestazioni pubbliche di testi musicali che non siano acquistabili sul mercato."]
-- non è possibile associare la musica a stampa alla norma che tutela l'uso dei dischi per l'insegnamento in quanto quella norma si trova nell'ambito dei diritti connessi al diritto d'autore percepiti del produttore discografico
[Cfr. "legge 22 aprile 1941, n. 633, art. 73 comma 3: "Nessun compenso è dovuto per l'utilizzazione ai fini dell'insegnamento e della propaganda fatta dall'amministrazione dello stato o da enti a ciò autorizzati dallo stato".]
-- Resta per altro da approfondire il problema della effettiva disponibilità della musica sul mercato, visto che in questo settore il noleggio spesso è alternativo alla vendita (diversamente dal cinema, mi sembra), la distribuzione in Italia è assai carente e i prezzi più alti che all'estero."
Un saluto a tutti
Federica Riva
via P. Sottocorno, 5 I-20129 Milano tel./fax ++39.02.76028265
08 Nov 2000 01:31:10 |
Federica Riva ha scritto:
"Quanto al prestito agli esterni: nel conservatorio di Parma è garantito dal fatto che la biblioteca è gestita secondo la normativa del Ministero dei beni culturali: il prestito è aperto a tutti secondo il nuovo regolamento organico delle biblioteche pubbliche statali del 1995.
Il problema in questo caso è un altro: quanto si presta. La biblioteca infatti equipara le parti ai volumi per cui il prestito della musica risulta di molto limitato per tutta la musica da camera. Fino ad ora, comunque, il prestito è stato effettuato."
Dunque Parma presta la musica???? Questa non me l'aspettavo.
La cosa ovviamente non può che farmi piacere
Però questa è davvero strana, in verità.
Non che sia contrario, ci mancherebbe, ma se c'è una Biblioteca anomale che rischia, pur essendo strettamente connessa al Conservatorio, di non poter prestare musica dovrebbe essere proprio Parma.
Dipendendo la Biblioteca (parlo appunto di quella storica, cioè della sezione musicale della Palatina) dal Ministero Beni Culturali, ed essendo appunto pubblica, non capisco come possa non applicare la legge del 1994 che vieta il prestito delle partiture e spartiti musicali.
Ripeto: la cosa non può farmi che piacere, ma mi piacerebbe sapere, anche dai responsabili della sezione musicale della Palatina, come mai ciò avviene.
Per quanto ne sapevo io, infatti, mentre le Biblioteche dei Conservatori hanno per lo più ignorato la legge, ritenendo che non le riguardasse, le biblioteche pubbliche hanno di fatto sospeso immediatamente il prestito di tutto ciò che è protetto dai diritti d'autore (cioè quasi tutto il prestabile!). E' il caso, ad esempio, della Sormani di Milano, una delle poche biblioteche che negli anni '60-'90 acquistava parecchia musica, ma non è stata la sola...
Penso che la cosa della Palatina che presta la musica sia perciò interessante.
Facci sapere, tu e le tue colleghe dei Beni Culturali. Credo che la cosa abbia una certa rilevanza.
Marcoemilio Camera
08 Nov 2000 15:22:30 |
Il prestito viene effettuato regolarmente in quanto il Ministero dei Beni culturali non ha mai emanato direttive o circolari restrittive in merito e quindi, diversamente dalle biblioteche pubbliche di enti locali - i cui amministratori sono più 'vicini' e più attenti - ci si può permettere di andare incontro all'utenza. Raro caso di centralismo che funziona a vantaggio dell'utente (sempre che il ministro, ora avvisato, non provveda diversamente!)
E poi una piccola ma significativa precisazione: a Parma, diversamente dai Conservatori di Bologna e di Roma, c'è un'unica biblioteca con registro d'ingesso unico, che ha riunito nel 1889, anno della sua fondazione, i fondi musicali presenti in città compreso l'Archivio musicale della Regia Scuola di musica fondata nel 1818. La "Sezione musicale della biblioteca Palatina" è, amministrativamente, una biblioteca statale non autonoma dipendente dalla Biblioteca Palatina, ha sede in Conservatorio (per legge) ed ha funzione di biblioteca pubblica con servizio scolastico.
Un saluto
Federica Riva
13 Nov 2000 22:23:21 |
Un piccolo contributo alla riflessione sulla questione tutt'altro che nuova del prestito locale e del prestito esterno nelle biblioteche di Conservatorio e alla valutazione del loro ruolo: biblioteche scolastiche o biblioteche pubbliche specializzate? Un ruolo che deriva anche dalla natura delle raccolte delle diverse biblioteche, dalla loro entità (assai variabile), dalla disponibilità di personale (lasciata com'è noto all'iniziativa estemporanea).
La Biblioteca del Conservatorio di Trieste, che non è citata nel quadro dei servizi offerti dalle biblioteche dei Conservatori di Federica, non opera distinzioni tra utenti interni (docenti e allievi) ed esterni nell'espletamento dei servizi di consultazione e prestito. Credo che il senso dalla condivisione delle risorse e dello scambio di informazioni in rete venga meno se ci si rinchiude nei confini della struttura scolastica. Il nostro Conservatorio ha cercato di attribuire alla biblioteca il ruolo di giacimento musicale del polo SBN regionale (l'Università di Trieste), di conferirle (nei limiti concessi) un'autonoma fisionomia 'istituzionale' (espressa da una piccola produzione editoriale, dall'attività di centro d'ascolto e di lettura, ecc.) e non l'ha voluta considerare soltanto un deposito di testi scolastici da utilizzare tra le mura dell'istituto. La sua specializzazione identifica il suo ruolo nel territorio, la peculiarità di alcuni suoi materiali (in particolare edizioni dell'Est europeo) può talora risultare rilevante anche in ambito nazionale. L'alimentazione della base dati Musica che numerose biblioteche di Conservatorio operano sia in linea, sia attraverso la procedura per la catalogazione SBN Musica, dovrebbe essere finalizzata alla localizzazione dei documenti e (con le distinzioni esistenti e con quelle che la legislazione andrà meglio precisando) al prestito interbibliotecario. Condivisione del catalogo e delle risorse e fisionomia esclusivamente scolastica mi paiono in palese contraddizione.
Un cordiale saluto,
Paolo Da Col
Biblioteca del Conservatorio di Trieste
<mailto:biblioteca@conservatorio.trieste.it>biblioteca@conservatorio.trieste.it
<mailto:paolodacol@internetpiu.com>paolodacol@internetpiu.com
17 Nov 2000 09:21:19 |
Cari,
ricevo ahimè regolarmente comunicati dalla Federazione dei
Verdi, ma questo mi sembra possa interessare.
Buona giornata
Massimo Gentili-Tedeschi
------- Forwarded message follows -------
Date sent: Fri, 03 Nov 2000 13:46:38 +0100
From: Forum Cultura e Spettacolo - Federazione dei Verdi
<forumverdi@libero.it>
Subject: COMUNICATO STAMPA SIAE
To: gentili@ICIL64.CILEA.IT
FORUM CULTURA E SPETTACOLO
COMUNICATO STAMPA
SIAE: MARSILI (VERDI), SITUAZIONE DISASTROSA
Il Forum Cultura e Spettacolo della Federazione dei Verdi denuncia la grave situazione in cui si trova la SIAE, sottoposta ad un commissariamento straordinario che dura da circa un anno e mezzo, e dilaniata da polemiche e conflitti interni.
"La lunga gestione commissariale afferma Marco Marsili, portavoce del Forum e membro della Commissione per il diritto d'autore del Ministero per le Politiche Comunitarie non ha prodotto alcuno dei benefici per cui è stata decretata, ed ha provocato, tra l'altro, le dimissioni dell'ex Direttore Generale Dott. Francesco Chirichigno, e del rappresentante degli autori di cinema il regista Florestano Vancini, in aperta polemica con il Commissario Straordinario Prof. Mauro Masi".
"Il perpetrarsi di situazioni conflittuali all'interno della SIAE, e di gravissimi atteggiamenti antisindacali, nonché di episodi di nepotismo, clientelismo e corruzione, di cui dovrebbe occuparsi la magistratura, - continua Marsili - sono stati tra i punti di una lunga ed articolata interrogazione parlamentare presentata oggi dal Sen. Fiorello Cortiana, membro della Commissione Cultura del Senato e dell'Esecutivo Nazionale dei Verdi".
"Nel momento in cui prosegue Marsili alla SIAE sono demandati dalla legge n. 1496 sul diritto d'autore appena entrata in vigore importanti compiti di tutela, controllo e prevenzione, manca un piano d'impresa e di ristrutturazione territoriale dell'Ente, e la gestione commissariale ha provocato anche una nostra denuncia all'Antitrust per abuso di posizione dominante, ed un'ordinanza del Consiglio di Stato".
"Invitiamo il Ministro Melandri conclude Marsili sotto la cui vigilanza rientra la SIAE, ad intervenire immediatamente, al fine di sanare una situazione che sta portando al dissesto l'Ente e creando grave pregiudizio agli oltre 60.000 iscritti".
Milano, 3/10/00
Con gentile preghiera di diffusione e pubblicazione
Ufficio Stampa Forum Cultura e Spettacolo Federazione dei Verdi
Tel.
0272023268
E-mail: forumverdi@libero.it
Forum on-line Internet Web Site URL http://forumverdi.cjb.net/
------- End of forwarded message -------
22 Nov 2000 12:54:49 |
Cari,
ecco un piccolo contributo surreale alla discussione sul
copyright...
Non so quanto la questione sia ben posta dal lettore, ma certo
l'impressione è quella di essere di fronte ad un'impasse
difficilmente superabile.
Che fatica, cercare di offrire un servizio decente!
Buona giornata a tutti
Massimo Gentili-Tedeschi
------- Forwarded message follows -------
Date sent: Tue, 21 Nov 2000 10:01:37 +0100
From: Bonfanti <maurobonfa@tiscalinet.it>
Subject: Carl Dahlhaus
To: gentili@ICIL64.CILEA.IT
Gentile sig.ra Laterza,
come già precedentemente specificato, devo assolutamente avere
una copia di CARL DAHLHAUS "L'IDEA DI MUSICA ASSOLUTA", libro che Voi
avete.
L'autorizzazione da Lei richiesta per la fotocopia non posso averla poichè la casa editrice "LA NUOVA ITALIA" non ha più diritti su i libri fuori catalogo!!! Spero nel Suo buon cuore di poter comunque usufruire di una copia del libro, altrimenti Le chiederei dove posso trovarlo. Grazie per una Sua sollecita risposta. Mauro Bonfanti
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