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Roma 1997
Iaml Italia, 4. Convegno annuale
(Roma, 1-2 dicembre 1997)
Tavola
rotonda. La gestione della biblioteca: gli
acquisti
Mariella
Sala
Conservatorio di musica Lucio Campiani,
Mantova
La gara d'appalto per
l'acquisto di libri nelle biblioteche dei Conservatori:
risultati di un'indagine sul
territorio
Questa indagine condotta
tra i bibliotecari dei Conservatori, mirata ad una questione
molto precisa, non è stata originariamente pensata
per la tavola rotonda odierna nella quale trova, peraltro,
una collocazione del tutto pertinente; è invece
scaturita dalla personale curiosità di capire se le
regole amministrative sempre più rigide che - come
bibliotecaria - sono tenuta a rispettare nel mio istituto
siano le stesse cui devono adeguarsi anche i colleghi degli
altri Istituti di uguale fisionomia giuridica.
Nell'autunno del 1996 al
Conservatorio di Mantova i revisori dei conti sollevarono
obiezioni sulla procedura di acquisto dei libri praticata
fino ad allora: secondo le loro indicazioni l'acquisto di
libri può essere deliberato dal Consiglio di
Amministrazione non semplicemente dopo avere indetto una
gara cui siano state invitate almeno tre diverse librerie
commissionarie o case editrici musicali, bensì solo
in presenza di tre risposte alla gara. Io credo sia inutile
spiegare la difficoltà di ottenere risposta alla
richiesta di preventivi che elencano analiticamente i
singoli libri: per motivi più che comprensibili molti
negozi contattati oramai non rispondono in quanto il
servizio loro richiesto per controllare i prezzi su
centinaia di titoli pubblicati dalle case editrici
più diverse è laborioso e gratuito non
garantendo un esito positivo, visto che altri fornitori
potrebbero poi aggiudicarsi l'ordine, magari per differenze
di poche lire.
Così accadeva anche
a Mantova: in particolare quell'anno dalle quattro ditte
interpellate erano pervenute soltanto due risposte. Stando
alla nuova interpretazione della norma sarebbe stato quindi
impossibile spendere il budget annuale attribuito dal
conservatorio alla biblioteca. Soltanto dopo numerosi
tentativi vani e a dire il vero poco dignitosi, sono
riuscita a farmi inviare, via fax, da un negozio non
interpellato in precedenza, un preventivo relativo a non
più di 5 titoli: tanto è bastato perché
il Consiglio di Amministrazione deliberasse l'acquisto
concedendo la possibilità di passare ad effettuare
l'ordine.
Tutta la vicenda mi
è però parsa surreale ed ho così
avviato una piccola inchiesta tra i colleghi, pregandoli di
segnalarmi quali fossero le modalità cui ciascuno si
deve attenere nella compilazione e nella realizzazione del
piano-acquisti annuale. Come già presumevo, dalle
risposte ottenute il quadro generale si rivela a dir poco
sconcertante per la varietà delle situazioni
esistenti, confermando l'opinione di Oscar Mischiati che da
tempo sostiene che l'Italia, in merito all'applicazione
delle norme, è ancora oggi uno stato
prerisorgimentale, in cui ogni ducato ha le sue
leggi.
All'indagine hanno
risposto 35 conservatori in rappresentanza di quasi tutte le
regioni (cfr. tabella). Le risposte non sono sempre
chiarissime: in alcuni casi non si precisa se il preventivo
richiesto sia analitico o globale, cioè se si
richieda un elenco di prezzi libro per libro o ci si limiti
a richiedere quale sia lo sconto effettuato dal fornitore
sui prezzi di listino e il cambio per le edizioni straniere.
Quasi mai si specifica se siano tenuti in considerazione
preventivi analitici incompleti o se siano ritenute
necessarie obbligatoriamente tre risposte per ciascun
titolo. Da alcune risposte si desume anche che le
biblioteche non comprino libri da tempo, o che li comprino
in maniera assolutamente saltuaria: in questi casi il
bibliotecario espone la sua opinione sulle modalità
di acquisto in linea teorica. Incuriosisce poi la risposta
di Frosinone, che si rivolge direttamente alle case
editrici: questo farebbe pensare che il Conservatorio compri
soltanto materiale edito in Italia. Sarebbe a questo
proposito interessante sapere quali Conservatori possono
rivolgersi per gli acquisti di libri direttamente
all'estero. In ogni caso, pur con i limiti segnalati, la
tabella fotografa la situazione attuale nella misura
più completa che ci è nota.
Va peraltro ricordato che
il bibliotecario del Conservatorio di Trieste, Paolo Da Col,
evidentemente alle prese con gli stessi problemi, pose un
quesito in merito all'Ispettorato per l'istruzione artistica
in data 5.12.1995, ricevendo la seguente risposta in data
7.5.1996 a firma del dirigente Lepore: "In riferimento a
quanto comunicato con la nota che si riscontra si conferma
che anche per l'acquisto di libri e spartiti deve essere
esperita apposita indagine di mercato per la comparazione di
almeno tre preventivi ".
La nota ministeriale
è - come spesso accade - laconica, e non risolve
tutti i problemi che mi sembra ancora sussistano:
- Cosa si intende con il
termine 'preventivo' nel caso di acquisto di libri:
l'indicazione analitica dei prezzi dei singoli libri o
l'indicazione di quali siano gli sconti e i cambi
effettuati da ciascun fornitore?
- Se per preventivo si
deve intendere un elenco analitico di libri, esso deve
indicare la totalità dei libri richiesti con
relativo prezzo o l'offerta può essere ritenuta
valida anche in mancanza delle risposte relative a libri
non disponibili da un determinato fornitore (es.: libri
editi da case editrici che non hanno rapporti commerciali
con quel fornitore) ?
- Se i fornitori
interpellati non rispondono alla gara (anche dopo
ripetuti solleciti) si può comunque procedere alla
delibera di spesa confrontando i costi delle risposte
pervenute, anche se in numero minore di tre?
- Si dovrebbe dare nella
valutazione maggior peso all'efficienza e alla precisione
del servizio offerto dai diversi fornitori oltre alla
economicità della proposta. Spesso infatti vi sono
grandi difficoltà nel reperire tutti i libri e le
musiche contenuti in un singolo ordine: le trattative
possono durare mesi o anni, creando notevoli problemi non
solo alla biblioteca ma anche alla gestione della
contabilità amministrativa
dell'Istituto.
- Sarebbe poi veramente
opportuno capire perché alcune biblioteche di
conservatorio non comprano libri : modalità
burocratiche troppo restrittive, inadeguatezza del
bibliotecario o insensibilità della Direzione, del
Consiglio di Amministrazione o del Collegio dei
docenti?
Con l'autonomia scolastica, che pare bussare alla porta,
questi problemi dovranno certo ridefinirsi, se non
addirittura scomparire, per trovare soluzioni logiche e
funzionali all'efficienza dell'istituto. In attesa che la
prevista autonomia demandi alle singole Istituzioni la
possibilità di gestire spazi di azione più
ampi, sarebbe forse il caso che il Ministero emanasse una
disposizione generale che chiarisca subito quale sia la
prassi di comportamento da seguire nei Conservatori, senza
dimenticare che la trasparenza può (e dovrebbe)
coniugarsi con lo snellimento delle procedure e con
l'attribuzione formale di responsabilità a chi si
assume l'onere delle scelte di gestione della
biblioteca.
TABELLA
Conservatorio
|
Data e mezzo
della risposta
|
Modalità
di espletamento della gara di acquisto di
libri
|
|
|
|
Adria
|
31.1.97
posta
|
3 preventivi
analitici, non importa il numero delle
risposte
|
Alessandria
|
29.1.97
posta
|
senza
preventivi
|
Bari
|
7.11.97
fax
|
senza
preventivi
|
Bologna
|
comunicazione
diretta
|
senza
preventivi
|
Bolzano
|
informazione per
l'a.s.1995-96
|
senza
preventivi
|
Brescia
|
17.1.97
tel.
|
3 preventivi
analitici, non importa il numero delle
risposte
|
Cagliari
|
23.1.97
posta
|
3 preventivi
analitici, almeno 3 risposte
|
Campobasso
|
18.11.97
tel.
|
3 preventivi non
analitici, almeno 3 risposte
|
Castelfranco
|
29.5.97
fax
|
3 preventivi non
analitici
|
Cuneo
|
25.11.97
fax
|
3
preventivi
|
Foggia
|
27.1.97
posta
|
si desume che non
acquistino libri
|
Frosinone
|
29.1.97
posta
|
senza preventivi
perché ci si rivolge direttamente alle case
editrici
|
Genova
|
5.2.97
posta
|
3 preventivi, non
importa il numero delle risposte
|
L'Aquila
|
22.1.97
posta
|
3
preventivi
|
La
Spezia
|
29.1.97
tel.
|
3 preventivi non
analitici
|
Latina
|
11.11.97
fax
|
3
preventivi
|
Lecce
|
28.11.97
fax
|
senza
preventivi
|
Messina
|
7.11.97
fax
|
3
preventivi
|
Milano
|
comunicazione
diretta
|
3 preventivi
generali relativi alle condizioni di sconto e di
cambio
|
Napoli
|
26.11.97
tel.
|
senza
preventivi
|
Padova
|
15.1.97
tel.
|
3 preventivi non
analitici
|
Palermo
|
18.11.97
fax
|
Non si effettua
piano acquisti globale dal 1987
|
Parma
|
7.11.97
fax
|
la Sezione
musicale della Biblioteca Palatina non indice le
gare tutti gli anni
|
Pesaro
|
27.1.97
posta
|
senza
preventivi
|
Pescara
|
23.1.97
tel.
|
3 preventivi,
almeno 3 risposte
|
Piacenza
|
24.1.97
posta
|
senza
preventivi
|
Potenza
|
7.11.97
fax
|
3
preventivi
|
Rovigo
|
tel.
|
3 preventivi non
analitici
|
Salerno
|
24.1.97
fax
|
3 preventivi,
almeno 3 risposte
|
Sassari
|
27.1.97
posta
|
3
preventivi
|
Torino
|
22.1.97
posta
|
senza
preventivi
|
Trieste
|
16.1.97
posta
|
3 preventivi,
almeno 3 risposte
|
Verona
|
14.2.97
posta
|
3 preventivi non
analitici
|
Vicenza
|
15.2.97
posta
|
3 preventivi non
analitici
|
Vibo
Valentia
|
3.7.97
posta
|
3 preventivi
analitici, almeno 3 risposte
|
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Pietro
Zappalà
in collaborazione con Milva Badalotti e Valeria
Carlotti.
Università di Pavia, Scuola di Paleografia e
Filologia Musicale
La gestione degli
acquisti nell'ambito dell'autonomia universitaria
Sommario: Le risorse
economiche. Pianificazione e gestione della spesa. Le
procedure di acquisizione.
Discussione
Il quadro della gestione
degli acquisti nelle biblioteche universitarie è
sicuramente composito, se non altro perché
l'Università gode già di una sua autonomia
amministrativa che differenzia i comportamenti nei diversi
atenei.
All'interno
dell'Università di Pavia esistono vari tipi di
biblioteca:
- la Biblioteca
Universitaria, che nonostante il nome non è
più una biblioteca dell'università,
bensì afferisce al Ministero per i beni culturali,
ambito estraneo a quello universitario;
- le biblioteche di
Dipartimento e le biblioteche Interdipartimentali, che
godono di autonomia amministrativa;
- le biblioteche di
Istituto e le biblioteche di Facoltà, che non
godono di autonomia amministrativa. Le biblioteche di
Istituto sono ora in via di estinzione in quanto il nuovo
statuto dell'Università prevede la trasformazione
degli Istituti in Dipartimenti o la loro trasformazione o
accorpamento in Dipartimenti, con la conseguente
trasformazione delle biblioteche di Istituto in
biblioteche di Dipartimento.
Con i nuovi statuti
universitari, dal gennaio 1998 la Scuola di Paleografia e
Filologia Musicale muta il proprio assetto istituzionale da
Scuola speciale a Facoltà (con l'incarico di gestire
l'aspetto della didattica), mentre l'Istituto di Paleografia
e Filologia Musicale (responsabile piuttosto della ricerca
scientifica) si trasforma in Dipartimento di Scienze
Musicologiche e Filologico-Paleografiche. Pertanto la
biblioteca si trasforma da biblioteca d'Istituto a
biblioteca di Dipartimento. Oltre alla propria biblioteca,
la Scuola ospita da anni nei propri locali la 'Sala Cesari',
sezione musicale distaccata della Biblioteca statale di
Cremona. La gestione di questa sezione dipende dalla sua
sede centrale e quindi dalle pratiche amministrative in uso
presso il Ministero per i beni culturali e ambientali: la
dotazione finanziaria, i piani e le procedure di
acquisizione sono pertanto indipendenti dalla Scuola,
sebbene vi sia un certo coordinamento per un migliore
sfruttamento delle risorse economiche.
La mia esposizione si
riferirà di necessità alla sola realtà
bibliotecaria della nostra istituzione e quindi in
particolare alle procedure adottate da una biblioteca
dipartimentale, fatto salvo comunque che non tutti i
Dipartimenti debbono seguire obbligatoriamente le stesse
procedure.
Le risorse
economiche. Il budget disponibile per gli
acquisti di materiale bibliografico proviene da fonti
diverse:
- La dotazione specifica
per la biblioteca di Dipartimento è stabilita dal
Consiglio di Amministrazione d'Ateneo, che ripartisce i
fondi tra i dipartimenti sentito il parere di alcune
commissioni, tra cui la Commissione bibliotecaria
d'Ateneo, organo del Sistema bibliotecario d'Ateneo, di
recente istituzione a seguito del nuovo statuto
universitario (artt. 48 e 49). Tale ripartizione
specifica l'assegnazione destinata espressamente alla
biblioteca. Il singolo Dipartimento subisce così
una parziale riduzione della propria autonomia, nel senso
che non può stornare fondi dalla propria dotazione
ordinaria alla biblioteca.
- La dotazione ordinaria
del dipartimento: si tratta del fondo che finanzia
l'ordinaria amministrazione, come il pagamento di
bollette, di materiali d'uso, la manutenzione di
attrezzature e di macchinari, la cancelleria, le missioni
e altro. All'interno di questo fondo è possibile
attingere un'aliquota per acquisizioni librarie, aliquota
non definita né definibile a priori; in
questo caso il Dipartimento può intervenire con
scelte autonome.
- I fondi destinati ai
docenti: i finanziamenti attribuiti ai docenti per la
ricerca non sono particolarmente elevati, pure parte di
essi sono destinati all'acquisizione di materiale
inventariabile. Il nostro Dipartimento utilizza questa
parte solitamente per l'acquisto di materiale
bibliografico, che viene acquisito dalla
biblioteca.
- Dotazioni
straordinarie: sono finanziamenti, a volte anche molto
consistenti, con cui si riesce a realizzare progetti di
respiro più ampio del solito; in certi anni la
dotazione straordinaria supera quella ordinaria, ma si
tratta di rari episodi. E' evidente come queste cifre,
data la loro imprevedibilità, non possano essere
tenute in conto nella gestione della pianificazione
ordinaria. Con simili dotazioni è stato possibile,
ad esempio, effettuare massicci acquisti di intere
collane editoriali, di Opera omnia di musicisti di
varie epoche, di vaste collezioni di musiche riprodotte
in microforme.
- Fondi di altra
provenienza: enti esterni (quali la Fondazione Walter
Stauffer) contribuiscono sia con stanziamenti
espressamente mirati all'acquisto di materiali
bibliografici, sia contribuendo economicamente alla
realizzazione di iniziative di varia natura intraprese
dalla Scuola (convegni, conferenze, pubblicazioni,
concerti). In particolare bisogna menzionare un
consistente fondo librario e un ancor più
consistente fondo di CD di proprietà della
Fondazione W. Stauffer, ma assegnato in comodato gratuito
presso i locali della Scuola, che ne cura ogni aspetto
gestionale.
Traducendo in cifre quanto esposto, nel caso specifico della
biblioteca di Dipartimento a Cremona si dispone annualmente
di una dotazione specifica per la biblioteca pari a circa 50
milioni; di una parte non quantificabile di 70 milioni
attribuiti alla dotazione ordinaria; di parte dei fondi per
la ricerca assegnati ai docenti, resi disponibili per
acquisizioni bibliografiche.
Pianificazione e
gestione della spesa. Predisporre un piano acquisti
è sempre difficile soprattutto perché la
ricerca e l'aggiornamento non tollerano pianificazioni a
lungo termine; un elemento di ulteriore variabilità
è costituito dalla libertà di comportamento
dei docenti. Sempre in applicazione al nuovo statuto
universitario sta per essere istituita una Commissione
biblioteca - composta da docenti, personale di biblioteca,
studenti - cui sarà affidato il compito di elaborare
una filosofia degli acquisti in linea con la fisionomia
della biblioteca; di ripartire in linea di massima i fondi
disponibili tra i settori musicale e musicologico e quelli
di altre discipline umanistiche; di sollecitare la
formulazione dei desiderata da parte di docenti e
studenti.
Come istituto
universitario i singoli acquisti superiori a L.7.380.000
dovevano essere autorizzati dal Consiglio di Amministrazione
dell'Ateneo, che si riunisce a Pavia, previo parere
favorevole del Consiglio d'Istituto. Con il passaggio a
Dipartimento questo limite è stato elevato, per ogni
singola spesa, a 46.848.000 lire: quindi il Dipartimento
è maggiormente autonomo nel deliberare le proprie
spese.
Un altro limite di
gestione teorico è costituito dal Coordinamento
esistente tra le biblioteche di uno stesso Ateneo. Da tempo
esiste una figura di responsabile di biblioteche
dipartimentali di ambito disciplinare omogeneo (settore
umanistico, settore scientifico) figura che, a dire il vero,
si è limitata a raccogliere dati statistici -
sull'utenza, sulle ore di servizio, sull'incremento del
patrimonio librario - senza porre vincoli. È
possibile che nel caso della Scuola di Paleografia e
Filologia musicale la distanza geografica
dall'università madre o la specificità del
fondo giochino un ruolo determinante all'interno del
coordinamento, mentre in altri contesti l'azione di
coordinamento possa determinare ulteriori vincoli nella
gestione delle risorse.
Le procedure di
acquisizione. Finché la biblioteca della Scuola
di Paleografia e Filologia musicale è stata gestita
come biblioteca d'Istituto, essa ha goduto di una grande
elasticità di comportamento che, comparato alle
procedure illustrateci da Mariella Sala per i Conservatori
di musica, è senz'altro molto meno macchinoso. La
semplificazione procedurale è però una
assoluta necessità, dovuta all'esigenza di tenere
rapidamente aggiornate le raccolte librarie con le
novità editoriali di supporto alla ricerca, senza
essere vincolati ad una programmazione economica annuale o
addirittura pluriennale. Non era quindi strettamente
necessario, fino al limite di 7.380.000 lire, presentare un
triplice preventivo o inseguire spasmodicamente lo sconto
maggiore.
Con il passaggio
all'assetto dipartimentale la normativa sarà
più severa, e tuttavia saremo sempre più
fortunati di un'istituzione come il Conservatorio: il
triplice preventivo diviene necessario per acquisti
superiori ai 9 milioni; esso consiste nell'indicazione
precisa del costo, che può essere però dedotto
dal catalogo della casa editrice. L'importante è che
il pagamento corrisponda al prezzo indicato nel buono
d'ordine: pure è possibile ammettere un esiguo
margine di scarto per acquisti effettuati all'estero o su
precisa motivazione, come nel caso di cataloghi
invecchiati.
Effettuati i preventivi in
cui si individuano le voci di spesa, viene emesso il
rispettivo buono d'ordine. Se il libro acquistato viene
recapitato congiuntamente alla fattura, gli si attribuisce
un numero di carico e lo si cataloga, mentre la fattura
è messa in pagamento. Nel caso in cui la fattura
proforma preceda l'arrivo del libro, caso frequente con le
biblioteche e le case editrici estere, si procede ugualmente
all'assegnazione di un numero di carico e al pagamento della
fattura, in maniera da permettere l'invio del libro, e si
rimanda ovviamente la catalogazione al suo
arrivo.
L'autonomia amministrativa
comporta che i pagamenti siano effettuati direttamente dal
Direttore del Dipartimento, mentre in precedenza gli
Istituti inviavano i resoconti contabili agli uffici
centrali dell'ateneo che effettuavano i pagamenti. La nuova
procedura può essere di vantaggio in quanto si ha una
più diretta percezione della contabilità del
Dipartimento, evitando le possibili disfunzioni o malintesi
che si creano quando l'iter di una pratica è
suddiviso tra più uffici. Il carico di lavoro e di
responsabilità per il personale amministrativo del
Dipartimento è, per contro, sicuramente aumentato,
soprattutto a causa della quantità di nuove norme che
regolano l'azione amministrativa. Cito per tutte la recente
norma che regolamenta il pagamento dell'IVA nelle fatture
intracomunitarie, che ha di molto complicato le procedure
amministrative relative agli acquisti effettuati all'interno
della Comunità europea.
Discussione
Agostina Zecca Laterza:
L'Università degli Studi di Milano destina buona
parte delle tasse di iscrizione all'acquisto dei libri,
circa il 20%; vorrei sapere quanti sono gli studenti a
Cremona e se esiste un rapporto simile fra numero di
studenti e disponibilità economica per gli acquisti
dei libri.
Pietro Zappalà: Gli
studenti sono circa 700, compresi i fuori-corso, con un
incremento annuo di circa 100 unità. Escludo che alla
biblioteca vada un'aliquota delle tasse universitarie
così alta, altrimenti navigheremmo nell'oro. Certo
è che la consistenza numerica degli iscritti
può essere un elemento per ottenere un trasferimento
di fondi più cospicuo verso
l'Istituzione.
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Vincenzo
Lombardi
Biblioteca Provinciale di
Campobasso
Gli acquisti in una
biblioteca di ente locale
Sommario: I riferimenti
normativi generali. Dalla programmazione alla spesa: il
bilancio, la relazione previsionale e programmatica, il
piano esecutivo di gestione (PEG), la determinazione
dirigenziale. Iter del piano acquisti e delle procedure
d'acquisto per i libri.
Le problematiche relative
agli acquisti in una biblioteca d'ente pubblico non sono
meno complesse di quelle di biblioteche di altri enti.
Benché di competenza dell'apparato, i problemi
amministrativi si riflettono sulla vita quotidiana della
biblioteca, influenzandone e condizionandone anche le scelte
più piccole: non è possibile eluderli in
quanto risultano determinanti nella gestione. Oltre ai
vincoli di carattere amministrativo e alle difficoltà
legate ai rapporti con l'apparato, nella gestione di una
biblioteca di ente pubblico intervengono condizionamenti
derivanti dagli indirizzi dati dagli organi politici, che a
loro volta prescindono molto spesso da valutazioni
tecnico-biblioteconomico e culturali.
Il processo di
ripensamento del ruolo e dell'organizzazione degli Enti
locali, avviatosi a partire dal 1990, ha progressivamente
modificato il quadro normativo, portando ad un sempre
più evidente snellimento delle procedure
burocratiche. Il rinnovamento ha inoltre introdotto un nuovo
modo di pensare e considerare gli Enti locali, visti sempre
più come aziende erogatrici di servizi, che
favoriscono ed inducono i consumi ed ancora come aziende che
attuano processi produttivi. Si è reso così
via via necessario adottare, in modo particolare per quanto
riguarda le spese ma non solo per esse, modelli di gestione
e di controllo simili a quelli imprenditoriali.
Fra i tanti esempi
possibili, con cui si può rappresentare l'essenza
della trasformazione in atto nell'organizzazione degli Enti
locali, uno sicuramente efficace è costituito dalla
nuova visione del bilancio cui è strettamente legata
una nuova concezione della spesa. Sotto la spinta di una
logica imprenditoriale, il bilancio si è trasformato
coinvolgendo sia il linguaggio usato per definirlo sia la
sua stessa struttura: mentre esso in precedenza era
organizzato schematicamente per entrate e per uscite, ora
risulta in qualche modo vivificato prendendo in
considerazione, almeno in teoria, le reali risorse
disponibili e i risultati ottenuti o da ottenere. La spesa
invece, pur continuando ad essere legata agli stessi schemi
di autorizzazione, è stata vincolata anche a sistemi
di controllo, pensati per garantire l'efficienza e
l'efficacia degli interventi.
I riferimenti normativi
generali Le tappe normative fondamentali del
processo di snellimento dell'organizzazione degli Enti
Locali possono essere individuate essenzialmente nei quattro
provvedimenti legislativi L.142/90, D.Lgs.29/93,
D.Lgs.77/95, L.127/97 (vedi tav. 1)
Nonostante possa essere
definita legge di principi, la legge 142/90, più di
ogni altro provvedimento ha snellito l'azione amministrativa
introducendo i criteri fondamentali che definiscono
l'autonomia degli enti, soprattutto nel rapporto con il
proprio territorio e nella gestione. La novità di
maggior peso, gravida più di altre (almeno nelle
aspettative) di potenziali sviluppi innovativi, è
costituita dall'introduzione di una decisa divisione fra
piano politico, piano della programmazione e piano
gestionale: l'intervento progettuale è affidato ai
politici, quello gestionale vero e proprio è affidato
alla struttura amministrativa. La legge 142/90 ha cercato di
raggiungere anche gli obiettivi di economicità di
gestione e di ottimizzazione delle risorse, grazie ai
seguenti provvedimenti:
- individua la figura
del dirigente con poteri e responsabilità sulla
gestione delle risorse e sull'efficienza
(art.51);
- introduce il bilancio
organizzato per programmi, servizi ed
interventi;
- introduce la
contabilità economica (art.55);
- annuncia la
riscrittura dell'ordinamento finanziario e contabile,
realizzata poi col D.Lgs.77/95.
Altra importante tappa del
percorso delineato è il D.Lgs.29/93 relativo alla
riorganizzazione della Pubblica Amministrazione che rinforza
e sancisce definitivamente la separazione fra programmazione
e controllo da una parte e gestione dall'altra. L'art 3 del
decreto prevede che la definizione degli indirizzi
politico-amministrativi, la programmazione, il controllo e
la verifica dei risultati competano agli organi politici di
governo dell'ente locale, il Consiglio e la Giunta; ai
dirigenti spetta invece la gestione finanziaria, tecnica ed
amministrativa, con piena responsabilità, pieni
poteri e controllo diretto su tutto ciò che è
inerente la gestione. Il decreto affida inoltre ai dirigenti
la possibilità di formulare proposte per
l'elaborazione e l'attuazione di programmi, l'esercizio dei
poteri di spesa (art.16) e individua in essi i responsabili
sia della realizzazione di programmi e di progetti, sia dei
risultati ottenuti (art.20).
Un terzo punto di
riferimento - quarto in ordine cronologico - è la
L.127/97 (Bassanini bis) che riconferma gli orientamenti in
merito alla separazione fra programmazione e gestione,
rinforzando ulteriormente i poteri e le prerogative del
dirigente.
Il D.Lgs. 77/95 sulla
'Riorganizzazione dell'ordinamento finanziario e contabile'
ha tradotto infine in strumenti d'intervento concreti i
principi riformatori della L.142/90 e del D.Lgs.29/93; le
sue caratteristiche possono essere riassunte come
segue:
- nuova organizzazione
del bilancio
- introduzione di una
logica imprenditoriale che sostituisce al bilancio
autorizzatorio il bilancio che punta alla
produttività dell'impresa;
- sostituzione del
bilancio finanziario redatto per entrate e per uscite con
il bilancio economico organizzato per costi e
ricavi;
- esaltazione del ruolo
del Consiglio per quanto riguarda la programmazione, e
della dirigenza per quel che attiene la
gestione.
A partire quindi dalla
L.142/90 e fino al D.Lgs.77/95, il bilancio ha perso la sua
struttura per entrate e per uscite ed il carattere
strettamente autorizzatorio (in cui la spesa rispondeva
semplicemente alla domanda: si può fare o no?) ed ora
esso è organizzato per programmi, servizi e
interventi che devono rispondere a degli obiettivi
prefissati per i diversi settori e devono produrre i
risultati preventivati. Strettamente legato alla nuova idea
di bilancio è il passaggio dalla contabilità
finanziaria a quella economica. La contabilità,
cioè, non è più un asettico insieme di
entrate e di uscite ma rappresenta e cerca di ottenere
ciò che per l'impresa si chiama profitto e che per
l'ente pubblico, ente no profit, si chiama
efficienza, utilità e produttività.
Dalla programmazione
alla spesa. La procedura di acquisto va esaminata
sotto due diversi aspetti (vedi tav.1): l'iter strettamente
amministrativo coincide con un procedimento che, partendo
dalla programmazione termina con la spesa; l'iter del
piano-acquisti è invece legato agli indirizzi di
sviluppo della biblioteca. Il percorso amministrativo si
articola nella relazione programmatica (tav.2), nel bilancio
(tav.2) e nel piano esecutivo di gestione (tav.3).
L'organizzazione del bilancio introdotta dal D.Lgs.77/95
rafforza in definitiva il suo aspetto programmatico e
gestionale.
La relazione
previsionale e programmatica. Nella relazione
programmatica il Consiglio dell'ente locale (comunale o
provinciale), partendo dall'analisi politica della
realtà socio-economica e dalla valutazione delle
esigenze del territorio di riferimento, individua gli
obiettivi, le priorità, le persone ed i mezzi
necessari.
Bilancio (tav.2).
Pur conservando i principi che lo regolavano in precedenza
(annualità, universalità, integrità,
ecc.) e pur essendo ancora di carattere autorizzatorio, il
bilancio appare semplificato e strettamente legato alla
Relazione previsionale e programmatica. Unità
elementare del bilancio non è più il capitolo
(termine non più utilizzato) ma, con significativa
variazione terminologica, è la risorsa per le
entrate e l'intervento per le spese. Il termine
intervento non corrisponde ad una spesa pura e
semplice ma all'insieme dei mezzi e degli strumenti
utilizzati per il raggiungimento di un obiettivo. Non si
troverà più quindi in bilancio una voce
corrispondente a 'acquisti di libri' bensì una
macro-voce che, nel caso del bilancio della Provincia di
Campobasso, è denominata Intervento per le
biblioteche e i settori culturali. Compito del dirigente
è quindi provvedere all'organizzazione ed alla
gestione della macro-voce, individuandone le varie
necessità, tra cui, ad esempio, quella relativa
all'acquisto dei testi.
Per spiegare meglio il
concetto di intervento è necessario fare un passo
indietro e ricordare come già l'art. 55 della
L.142/90 preveda la redazione del bilancio in termini di
programmi, servizi ed interventi. La struttura del bilancio,
definita quindi dal D.Lgs.77/95, individua nella sezione
inerente la spesa un ordinamento per titoli, funzioni,
servizi e interventi. I titoli classificano le spese
in base alla loro natura e destinazione economica; le
funzioni individuano le spese in base alla tipologia
delle attività espletate. I servizi sono i
reparti organizzativi - semplici o complessi, costituiti da
persone e mezzi - funzionali all'erogazione di servizi ai
cittadini o allo stesso ente. Per servizio s'intende
un 'Centro di responsabilità' corrispondente ad
un'unità organizzativa facente capo al dirigente, cui
è affidato un complesso di mezzi finanziari.
L'organizzazione descritta è fortemente innovativa e
permette un reale controllo della gestione, presupposto
indispensabile per ottenere gli obiettivi di efficienza e di
efficacia dell'azione amministrativa. Gli interventi,
infine, individuano i fattori produttivi, vale a dire gli
elementi ed i mezzi per il raggiungimento del fine cui il
singolo servizio è preposto.
Piano esecutivo di
gestione (tav.3). L'anello di congiunzione tra
programmazione politica ed attività di gestione dei
dirigenti è il Piano esecutivo di gestione (PEG),
secondo cardine della programmazione. La redazione del Piano
è obbligatoria per gli enti territoriali con
popolazione superiore a 15.000 abitanti e tramite esso la
Giunta attribuisce ai singoli dirigenti le risorse, sia
economiche sia di personale, necessarie per l'attuazione
degli obiettivi. Pur ritrovandosi nel PEG la partizione in
Interventi-Capitoli propria della struttura del bilancio
precedente al D.Lgs.77/95, il Piano è caratterizzato
da una maggiore elasticità e duttilità
rispetto al Bilancio, non ultima la possibilità di
essere modificato tramite una semplice delibera della Giunta
dell'ente locale (e non del Consiglio). Il PEG deve essere
redatto e approvato in base a quanto stabilito dal
regolamento contabile dell'ente locale: nel caso della
Provincia di Campobasso esso deve essere approvato entro 30
giorni dall'approvazione del bilancio da parte del
Consiglio. La sua gestione avviene mediante
determinazioni dirigenziali, provvedimento simile
alla delibera introdotto dal D.Lgs.77/95 e poi ulteriormente
valorizzato dalla L.127/97.
In buona sintesi: il
Consiglio dell'ente locale, attraverso la relazione
programmatica, compie delle scelte di politica culturale e
stanzia le risorse economiche necessarie allo sviluppo dei
diversi settori tramite il bilancio. Vengono così
individuati i servizi, ossia i centri di spesa e di
organizzazione per la gestione, cui sono assegnate risorse e
persone per la realizzazione degli obiettivi prefissati. Le
risorse economiche ed umane sono attribuite ai settori ed ai
servizi attraverso il PEG predisposto dalla Giunta: solo
dopo l'attribuzione delle somme i dirigenti, che conosco le
reali risorse possono svolgere il loro ruolo gestionale. Lo
strumento attraverso cui si concreta la gestione è la
determinazione dirigenziale: disponendo delle risorse
assegnate dalla Giunta attraverso il PEG, il dirigente
decide ed attua la spesa con rapidità di decisione e
di snellezza di procedura.
L'iter del piano
acquisti e le procedure di acquisto (tav.1).
Le procedure di spesa sono poste in essere all'interno
di un piano acquisti che attraversa diverse fasi. Dopo aver
attribuito risorse al settore 'cultura', il Consiglio
dell'ente locale traccia gli indirizzi per le
attività e lo sviluppo della biblioteca, che sono
tradotti sul un piano operativo da una Commissione tecnica,
di nomina presidenziale, composta da bibliotecari e da
esperti del settore. Il programma elaborato dalla
Commissione tecnica può essere emendato dalla Giunta,
che ha forti possibilità di controllo e di veto;
sulla base di quanto da essa approvato il Direttore della
biblioteca formula le proposte di acquisto di libri. Dopo il
visto del dirigente, che verifica l'effettiva
disponibilità delle risorse da impegnare, si avvia il
procedimento amministrativo per l'acquisto attraverso la
determinazione dirigenziale.
L'acquisto dei libri ha
rappresentato da sempre un grosso problema per la Biblioteca
Provinciale di Campobasso: nonostante siano state stanziate
annualmente cifre comprese fra i 60 ed i 100 milioni, a
causa dei vincoli amministrativi delle procedure la
biblioteca non è mai riuscita a spendere più
del 50-60% della cifra disponibile. Una procedura d'acquisto
indifferenziata fa sì che intervengano infatti
notevoli difficoltà, addebitabili per lo più
alla quantità di tempo che intercorre fra la proposta
di acquisto del testo da parte della biblioteca e la sua
reale fornitura, che può avvenire anche a molti mesi
di distanza quando possono essersi verificate modifiche nei
prezzi o possono insorgere difficoltà nella
reperibilità dei libri.
Le procedure di acquisto
devono essere caratterizzate da forme di evidenza pubblica
che ne garantiscano la trasparenza, l'imparzialità e
l'economicità. Le procedure contrattuali tipiche sono
l'asta pubblica, cui possono partecipare tutti, la
licitazione, cui partecipano gli invitati su richiesta, la
trattativa privata, che implica un rapporto diretto con un
soggetto, l'appalto-concorso, una formula che prevede la
licitazione su progetto specifico.
La procedura da applicare
normalmente, secondo sia la legislazione italiana sia quella
europea, è la licitazione, mentre la trattativa
privata è ammessa se ricorre una delle seguenti
condizioni: licitazione deserta, diritti di esclusiva,
integrazioni di precedenti forniture, lavori in economia. La
materia è complessa: bisogna inoltre tenere presente
che per forniture superiori ai 200 Ecu si deve applicare la
normativa comunitaria recepita dal regolamento italiano con
i D.Lgs.358/92 e 157/95.
La procedura di gara
presuppone che la fornitura sia perfettamente rispondente
alla richiesta. Pertanto i librai, non potendo impegnarsi a
fornire con certezza tutti i volumi richiesti o non potendo
tenere bloccato un prezzo fissato in partenza per un periodo
lungo spesso anche alcuni mesi, sono indotti a disertare la
gara Ne consegue che le somme impegnate non vengono
utilizzate e vanno a residuo.
Gli acquisti che si riesce
ad effettuare con le normali procedure di gara sono quelli
condotti per trattativa privata direttamente presso
l'editore sulla base di offerte di sconto per livelli di
spesa; per acquisti di diversi milioni di lire l'editore
può infatti praticare sconti più consistenti.
Ma non tutto può essere acquistato con questa
procedura: ne resta esclusa soprattutto la produzione
corrente di editori diversi, di cui pure si deve provvedere
una biblioteca di pubblica lettura. La trattativa privata
è utilizzata anche per acquistare dagli antiquari,
dai rivenditori esclusivi o da altri soggetti per integrare
le forniture ed infine con soggetti che garantiscono la
massima economicità o l'unicità della
fornitura.
Per tutti i casi che non
rientrano in quelli contemplati dalla trattativa privata, la
Giunta provinciale di Campobasso ha disciplinato l'acquisto
ed il rapporto con i fornitori cercando sia di ovviare agli
inconvenienti citati, sia di ottenere la massima
economicità. Anche in considerazione dell'obbligo
posto agli enti dalla legge finanziaria 537/93 di formare un
albo dei fornitori articolato per settori merceologici, la
Giunta ha previsto una procedura mista, vicina alla
licitazione privata, regolata da una convenzione. Sulla
scorta di un avviso pubblico le librerie interessate fanno
richiesta per essere invitate a presentare un'offerta di
sconto, con validità annuale, sui prezzi di catalogo
delle diverse case editrici. Le librerie vengono selezionate
non solo sulla base dello sconto offerto, ma anche in base
alla disponibilità di dare in visione i volumi ed
eventualmente a ritirarli senza obbligo d'acquisto per
l'ente, e in base all'impegno di fornire un servizio
continuo di informazione bibliografica per i settori di
sviluppo della biblioteca. Al fine di perfezionare il
sistema individuato e per una maggiore tutela della
biblioteca, si sta esaminando la possibilità di
stipulare tale convenzione con la mediazione della sezione
locale dell'Associazione Librai.
TAVOLA 1
Riferimenti
normativi
Legge
142/90
|
Ordinamento delle
autonomie locali
Maggiore autonomia
Centralità dell'ente locale
|
D. Lgs
29/93
|
Migliore
organizzazione della Pubblica
Amministrazione
Separazione fra programmazione e
gestione
|
D. Lgs
77/95
|
Riorganizzazione
dell'ordinamento finanziario e contabile
Gestione del bilancio per obiettivi
Introduzione di una logica
imprenditoriale
Passaggio dal bilancio finanziario
(entrate/uscite)
al bilancio economico (costi/ricavi)
|
Legge
127/97
|
Snellimento
dell'attività amministrativa
Rinforzo ulteriore delle funzioni dirigenziali
Riduzione dei controlli (CO.RE.CO / C.
Conti)
|
Dalla programmazione alla
spesa
(L. 142/90 - D.Lgs. 77/95 - L.127/97)
Consiglio
Provinciale
Bilancio di previsione
Attribuzione delle
somme ai servizi
entro il 31
ottobre
Giunta
provinciale
Piano Esecutivo di Gestione
Attribuzione di somme
ai dirigenti
entro un mese dal
bilancio di previsione
Dirigenti
Determinazioni dirigenziali
Assunzione impegni di
spesa
Iter del piano acquisti
Consiglio
Provinciale
Funzioni di indirizzo
L. 142/90 - D. Lgs.
29/93 - L. 127/97
Commissione
Tecnica
Programmazione acquisti
Direttore
Biblioteca
Proposte di acquisto
Dirigente Settore
Cultura
Visto e avvio procedura
TAVOLA 2
Provincia di
Campobasso. Bilancio di previsione 1997. Parte II Spesa:
Titolo 2, Funzione 3
Codice e
numero
|
Intervento
Denominazione
|
*
|
Previsioni
definitive esercizio
in corso
|
Variazioni
in aumento
|
Variazioni
in diminuzione
|
Somme
risultanti
|
|
Funzione
03
Funzioni
relative alla cultura ed ai beni
culturali
Servizio 03
01
Biblioteche,
musei e pinacoteche
|
|
|
|
|
|
2030101
|
Acquisizione di
beni immobili
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030102
|
Espropri e
servitù onerose
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030103
|
Acquisto di beni
specifici per realizzazioni
|
0
|
8.471.008
|
91.628.992
|
0
|
100.000.000
|
2030104
|
Utilizzo di beni
di terzi per realizzazioni
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030105
|
Acquisizioni di
beni mobili, macchine Ö
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030106
|
Incarichi
professionali esterni
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030107
|
Trasferimenti di
capitale
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030108
|
Partecipazioni
azionarie
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030009
|
Conferimenti di
capitale
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030110
|
Concessioni di
crediti e anticipazioni
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
|
Totale
|
|
8.471.008
|
91.526.992
|
0
|
100.000.000
|
|
Servizio 03
02
Valorizzazione
dei beni di interesse storico e artistico ed altre
attività culturali
|
|
|
|
|
|
2030201
|
Acquisizione dei
beni immobili
|
0
|
400.000.000
|
0
|
400.000.000
|
0
|
2030202
|
Espropri e
servitù onerose
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030203
|
Acquisto di beni
specifici per realizzazioni
|
0
|
50.000.000
|
150.000.000
|
0
|
200.000.000
|
2030204
|
Utilizzo di beni
di terzi per realizzazioni
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030205
|
Acquisizione di
beni immobili, macchine ...
|
0
|
200.000.000
|
0
|
0
|
200.000.000
|
2030206
|
Incarichi
professionali esterni
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030207
|
Trasferimenti di
capitale
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030208
|
Partecipazioni
azionarie
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
2030209
|
Conferimenti di
capitale
|
0
|
0
|
0
|
0
|
0
|
|
Totale
|
|
650.000.000
|
150.000.000
|
400.000.000
|
400.000.000
|
|
Totale
funzione
|
|
658.471.008
|
241.528.992
|
400.000.000
|
500.000.000
|
* Impegni ultimo esercizio chiuso
Provincia di
Campobasso. Bilancio pluriennale 1996-1998. Parte seconda -
Spesa
Settore d'intervento: Istruzione e cultura. Oggetto
intervento: Biblioteca provinciale
Interventi programmati
(Importi in
milioni di lire)
Oggetto
dell'intervento
|
Finanziam.
|
1996
|
1997
|
1998
|
Tot
|
Servizi
ordinari
|
corrente
|
200
|
250
|
300
|
750
|
Acquisto
testi
|
corrente
|
80
|
100
|
100
|
280
|
Corsi di
qualificazione del personale
|
corrente
|
30
|
50
|
50
|
130
|
Trasferimento di
Cd-Rom di archivi storici
|
corrente
|
150
|
100
|
|
250
|
Trasferimento di
Cd-Rom di altri archivi bibliografici
|
corrente
|
|
150
|
150
|
300
|
Realizzazione
sistema antitaccheggio
|
corrente
|
|
50
|
50
|
100
|
Realizzazione
fototeca e sviluppo multimediale
|
corrente
|
20
|
100
|
100
|
220
|
Convenzioni per
valorizzazione beni bibliografici con
Università, archivio di Stato, altre
biblioteche della Regione
|
corrente
|
50
|
100
|
100
|
250
|
Lavori di
manutenzione edificio biblioteca
|
corrente
|
100
|
|
|
|
Totale spese di
gestione
|
|
630
|
900
|
850
|
2380
|
TAVOLA
3
Piano Esecutivo di
Gestione
Settore Pubblica Istruzione Cultura Sport Turismo Tempo
libero e assistenza sociale
Situazione al 28.10.1997
Interventi/Capitoli
|
Descrizione
|
Stanziamento
iniziale Stanz.
attuale
|
Programmaz.
impegni Disponibilità
|
1.03.01.02 /
07300
|
Spese per
acquisto libri per la Biblioteca provinciale anche
con contributo regionale a specifica
destinazione
|
100.000.000
100.000.000
|
42.739.625
57.260.375
|
1.03.01.02 /
07350
|
Acquisti di beni
mobili patrimoniale per la nuova sede della
Biblioteca Provinciale
|
|
|
1.03.01.03 /
074000
|
Gestione dei
progetti dei lavori socialmente utili.
Settore 5°:
Biblioteca Provinciale
|
40.000.000
38.000.000
|
38.000.000
|
1.03.01.03 /
07430
|
Spesa per i corsi
di qualificazione del personale
|
|
|
1.03.01.03 /
07450
|
Spesa per il
trasferimento degli archivi bibliografici su CD-Rom
(archivi storici e altri)
|
|
|
1.03.01.03 /
07470
|
Spesa per la
realizzazione del sistema antitaccheggio
|
50.000.000
50.000.000
|
50.000.000
|
1.03.01.03 /
07490
|
Spesa per la
realizzazione della fototeca e sviluppo di sistemi
multimediali
|
|
|
1.03.01.03 /
07510
|
Spesa per le
convenzioni per la valorizzazione di beni
bibliografici con Università, Archivio di
Stato, Region e altre biblioteche
|
|
|
1.03.01.03 /
07550
|
Lavori di
manutenzione della sede della Biblioteca
Provinciale
|
80.000.000
100.000.000
|
76.361.523
23.638.477
|
1.03.01.03 /
07800
|
Spese per la
gestione e l'allestimento del Museo
provinciale
|
|
|
1.03.02.01 /
08000
|
Spesa per il
personale del Settore 5° - Unità
operativa per le attività
promozionali
|
103.000.000
103.000.000
|
103.000.000
|
1.03.02.01 /
08020
|
Compenso per
lavoro straordinario al personale del Settore
5° - Attività promozionali
|
8.000.000
|
7.436.971
563.029
|
1.03.02.03 /
08100
|
Interventi
dell'Amministrazione nel campo della
Cultura
|
400.000.000
525.000.000
|
419.489.326
105.510.674
|
1.03.02.03 /
08200
|
Spesa per la
partecipazione a programmi dell'Unione Europea nel
campo della cultura e dei beni culturali
|
50.000.000
50.000.000
|
50.000.000
|
1.03.02.03 /
08500
|
Spesa per la
gestione di servizi del Teatro Savoia di
Campobasso
|
30.000.000
30.000.000
|
66.138.911
-6.138.911
|
1.03.02.03 /
08600
|
Gestione delle
attività spettacolistiche del Teatro Savoia
(fino alla costituzione dell'Azienda)
|
60.000.000
60.000.000
|
60.000.000
|
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Angela
Adriana Cavarra
Direttore della Biblioteca Casanatense,
Roma
La gestione degli
acquisti in una biblioteca statale
Sommario: Presentazione
della Biblioteca Casanatense. I criteri di scelta negli
acquisti. La funzione dei doni e degli scambi. Le
procedure amministrative: progettazione e bilancio, fonti
di finanziamento, acquisti in
antiquariato.
Vi propongo una piccola
pausa rispetto al tema principale del convegno,
presentandovi in primo luogo la Biblioteca Casanatense e
soffermandomi poi sugli aspetti amministrativi e gestionali
degli acquisti.
La Biblioteca Casanatense
è nota per essere una delle più belle
d'Italia, forse anche d'Europa, ed è per me di grande
soddisfazione dirigerla. Essa fu fondata nel 1701 dal grande
mecenate e appassionato bibliofilo, il cardinale Girolamo
Casanate (1620-1700), il quale lasciò per testamento
nel 1698 ai Padri Domenicani del Convento di S. Maria sopra
Minerva 160.000 scudi e la sua biblioteca personale
comprendente ben 25.000 volumi, affinché fosse
costituita una biblioteca di pubblica utilità per la
quale venivano indicate anche le modalità di
funzionamento e presso la quale dovevano essere attivate due
cattedre, una per lo studio e la lettura dei testi
tomistici, l'altra per gli studi teologici. Per circa un
secolo essa fu la più importante biblioteca pubblica
di Roma (visto che la Vaticana era considerata da sempre la
biblioteca della Corte pontificia), tant'è che alla
fine del Settecento la Casanatense fu dichiarata biblioteca
circondariale dal governo francese.
Tornando al tema del
convengo, posso dire che nel lasso di tempo di oltre sette
anni di esperienza di direzione, ho dovuto prendere atto
delle notevoli difficoltà che comporta la politica
delle acquisizioni in una istituzione come la Casanatense,
il cui inestimabile patrimonio bibliografico fu incrementato
con dovizia in ogni campo dello scibile umano per tutto il
Settecento e buona parte dell'Ottocento dai Domenicani, i
quali intesero seguire pedissequamente le volontà
testamentarie del suo insigne fondatore.
Nell'Ottocento poi,
specialmente nella prima metà, il potenziamento delle
raccolte casanatensi fu fortunatamente supportato, vista la
'disastrosa' situazione finanziaria della biblioteca causata
dalle trascorse vicende politiche, da lasciti e donazioni da
parte di alcuni suoi estimatori, quali l'abate Riccy, il
maestro di cappella Giuseppe Baini e l'agronomo e
pubblicista Antonio Coppi. In questa sede merita un cenno
particolare il fondo Baini costituito da interessanti opere
di musica teorica e pratica (308 manoscritti di cui 60
liturgici con notazione musicale e 736 opere a stampa)
pervenuto in Casanatense nel 1844, alla morte dell'illustre
musicologo e compositore Giuseppe Baini.
Già dal 1874,
mentre vigeva una forma di amministrazione mista - in quanto
i Domenicani si opponevano fermamente all'esproprio a
seguito della legge sulla soppressione delle congregazioni
religiose romane ed il passaggio della biblioteca allo Stato
italiano non era ancora stato definito in sede giudiziale -
la politica degli acquisti veniva naturalmente cambiando, in
concomitanza del declino nello scenario culturale della
vocazione universale propria dell'illuminismo a favore di
una specializzazione più pronunciata, nonché
della nascita nel 1876 della nuova Biblioteca nazionale, cui
venivano demandati i compiti di rappresentazione
bibliografica generale.
A questo punto la
Casanatense, come altre biblioteche storiche, doveva
ridefinire non soltanto per motivi economici la propria
politica degli acquisti, non potendo più mantenere
quell'elevato standard di acquisizione che fino a
quel tempo l'aveva contraddistinta, cosa che a maggior
ragione è difficile se non impossibile al giorno
d'oggi.
Accanto alla
disponibilità economica, altro parametro fondamentale
e regolatore sul piano della quantità del flusso
acquisitivo è la cronica fisiologica carenza di
spazio derivata per la Casanatense dalla sua collocazione in
un edificio monumentale (S. Macuto) e, per di più,
dall'essere incapsulata dal complesso degli uffici della
Camera dei deputati (Commissioni parlamentari, biblioteca e
archivio storico).
In merito al secondo punto
non si può sottacere, comunque, che in questi ultimi
anni molto è stato fatto per razionalizzare gli spazi
occupati dalla biblioteca, sia con interventi edilizi quali
il consolidamento dei solai che ha consentito
l'installazione della scaffalature compactus (che
sviluppano fino all'85% in più di capacità
rispetto alle normali scaffalature), sia rivolgendosi alle
moderne tecnologie informatiche (microfiche, microfilm,
CD-Rom) che, come noto, vanno via via sostituendo il
materiale su supporto cartaceo.
Questa seconda soluzione
ha avuto un notevole impulso specialmente nel 1996,
potenziata inoltre dall'acquisto del Patrologia Latina
Data base (Alexandria, Chadwyck, 1996) fatto
direttamente dal Ministero per L.66.000.000 e destinato alla
Casanatense, mentre in campo musicale sono state acquistate,
ad esempio, grazie anche ad un finanziamento straordinario
di L.40.000.000 due importanti opere straniere in
microfiches Printed music before 1800 e Libretti
in deutschen Bibliotheken (München, Saur,
1992).
Sul piano qualitativo
invece la scelta - che si presenta già di per
sé particolarmente difficile in quanto si assume la
responsabilità di interpretare allo stesso tempo la
realtà costituitasi nel passato, le esigenze
bibliografiche del presente e quelle presumibili del futuro
- la scelta, dicevo, è determinata per l'appunto
dalle caratteristiche insite nella tradizione della
biblioteca, dalle istanze dell'utenza qualificata che la
frequenta, nonché dai suggerimenti provenienti
dall'attualità culturale. Data la sua delicatezza
essa scaturisce comunque dalla collaborazione con la
Direzione dei bibliotecari competenti nei diversi settori, i
quali operano tenendo conto della fisionomia bibliografica
dell'Istituto, in relazione alla sua composizione, alla sua
vocazione, alla sua destinazione.
Per le motivazioni sopra
esposte gli acquisti oltre che al completamento di
collezioni e/o di continuazioni, sono orientati verso i
filoni tradizionali di storia della chiesa, storia del
cristianesimo, esegesi biblica, storia del pensiero
filosofico fino a tutto il '700, verso settori specifici
quali musica e teatro con particolare riferimento
all'età barocca, stampe e disegni etc. Particolari
cure vengono dedicate alla collezione altamente
specializzata dei periodici nonché all'incremento del
settore in cui la biblioteca possiede già una
notevole raccolta, ossia quello degli strumenti
bibliografici indispensabili per la catalogazione, lo studio
e la valorizzazione dei fondi antichi, manoscritti e a
stampa, conservati in Casanatense.
In aderenza a criteri di
economicità e al fine di ottenere il massimo
rendimento dei fondi assegnati, non viene privilegiato
l'acquisto di ciò che può essere reperito con
facilità nel territorio, ma si cerca di incrementare
la rappresentatività della produzione
straniera.
Dal 1990, anche in
concomitanza della istituzione, in seno all'Ufficio centrale
per i beni librari, le istituzioni culturali e l'editoria,
della Commissione per gli acquisti in antiquariato, la
Casanatense ha operato attivamente in questo campo per il
completamento dei propri fondi antichi con acquisti presso
librerie antiquarie o vendite all'asta in Italia e
all'estero.
Prima di passare a parlare
delle procedure strettamente amministrative è d'uopo
infine segnalare l'importante contributo dato dai doni e
dagli scambi al gettito delle acquisizioni, specialmente
nell'ultimo triennio. Godendo di largo apprezzamento sia da
parte di singoli studiosi sia da parte di enti italiani e
stranieri, la biblioteca riceve di solito molti volumi in
dono. Tra questi merita una particolare menzione la
donazione nel 1994 di 74 opere pubblicate dalla casa
editrice Edizioni dell'Elefante. Trattasi di edizioni a
tiratura limitata, stampate con procedimenti artigianali,
illustrate spesso con incisioni su rame, litografie e
xilografie di maestri contemporanei. Presentata con successo
al pubblico con la mostra ed il relativo catalogo Res
libraria. Trent'anni di Edizioni dell'Elefante (Roma, 12
settembre - 1 ottobre 1994), questa splendida collezione di
libri moderni si è andata ad aggiungere alle numerosi
donazioni che fin dall'origine arricchirono, come noto, il
patrimonio casanatense. Altre importanti opere di grafica
sono state donate negli anni 1995-1997 dagli artisti che
hanno collaborato con la biblioteca nell'allestimento di
mostre: Carlo Cattaneo, Giulia Napoleone, Luigi Boille,
Carlo Strassa e molti altri.
Quanto agli scambi, la
biblioteca ha utilizzato le proprie pubblicazioni -
(cataloghi di mostre, repertori) in media quattro l'anno -
nonché copie del prestigioso catalogo a stampa
(Bibliothecae Casanatensis catalogus librorum typis
impressum Roma, 1761-1790, 5 voll.) redatto
dall'insigne prefetto casanatense Giovan Battista Audiffredi
(1714-1794) ottenendo un duplice risultato: in primo luogo
la diffusione in università e prestigiose istituzioni
italiane e straniere di un repertorio considerato uno dei
capisaldi delle letteratura bibliografica settecentesca,
operazione questa cui è stato riconosciuto da docenti
e studiosi un grande valore culturale; ed altresì
l'acquisizione a titolo gratuito da parte della Biblioteca
di alcuni periodici in precedenza acquistati in abbonamento
nonché alcune interessanti opere monografiche
confacenti e adeguate al patrimonio casanatense.
Veniamo a parlare di
budget, di stanziamenti ordinari e straordinari, di
capitoli e simili: ai sensi della normativa vigente (L237/93
DPR 417/95 e varie circolari) il direttore della biblioteca
è tenuto a trasmettere all'Ufficio centrale per i
beni librari, le istituzioni culturali e l'editoria entro il
2 gennaio dell'esercizio finanziario precedente a quello cui
si riferisce, la programmazione triennale delle spese
ordinarie distinte per capitoli, accompagnate da una
dettagliata relazione che evidenzi le necessità
finanziarie. La stessa procedura va seguita, ma entro il 31
luglio, per la programmazione annuale.
La L.237/93 prevede
inoltre una programmazione per progetti i quali, per avere
buone possibilità di accoglimento da parte del
superiore Ministero e sempre compatibilmente con i fondi a
disposizione, devono essere correttamente formulati e, se
necessario, accompagnati da idonea documentazione
giustificativa. Sempre ai sensi della legge 237/93 sono
prescritte relazioni periodiche sull'andamento di progetti,
come anche una relazione finale. L'esperienza, comunque, mi
ha insegnato che un'attenta e accurata gestione dei progetti
medesimi depone a favore di future richieste di
finanziamento: infatti la dotazione ordinaria della
Casanatense per incremento del patrimonio bibliografico
è passata dai 90.000.000 del 1990, anno in cui ho
assunto la responsabilità della sua direzione, ai
150.000.000 del 1997.
Come ho già detto
si parla di budget distinto per capitoli, mentre
è in fase di sperimentazione un progetto di autonomia
per gli istituti periferici e la Casanatense, assieme ad
altri istituti vi è stata inserita. Il progetto
prevede l'apertura di una contabilità speciale per
ogni istituto e sebbene i fondi che vi affluiscono rimangono
virtualmente imputati ai capitoli di provenienza, viene
attuata l'unicità di cassa.
La recente legge 94 del
1997 ha poi introdotto innovazioni in materia di bilancio,
tra l'altro la distinzione tra bilancio per la decisione
parlamentare e bilancio per la gestione e la
rendicontazione. Prevede inoltre la ripartizione delle spese
in unità previsionali di base e in funzioni
obiettivo. Le innovazioni introdotte sono volte alla
maggior chiarezza e trasparenza dei documenti contabili,
nonché all'incremento dell'efficienza e
dell'economicità dell'azione amministrativa. E'
possibile impiegare al meglio le risorse economiche ed
ottenere una riduzione dei costi mediante una scelta oculata
dei fornitori. E' buona norma ogni anno esperire una ricerca
di mercato per verificare l'economicità
dell'affidamento a determinati fornitori, specialmente per i
libri da acquistare all'estero. Un altro parametro
fondamentale per la scelta dei fornitori è quello
relativo all'area geografica d'intervento (area tedesca,
area nordamericana e inglese, area orientale,
etc.)
In Casanatense la
dotazione ordinaria (cap. 7801) viene destinata secondo le
seguenti percentuali: 40% periodici 30% collezioni e
continuazioni; 20% opere nuove; 10% antiquariato.
Per acquisti particolari o
di carattere eccezionale si può fare ricorso a
richieste di assegnazioni straordinarie: talvolta a fine
anno può verificarsi il caso che il Ministero abbia
disponibilità nel capitolo relativo alle acquisizioni
bibliografiche e pertanto possa esaminare le richieste
pervenute nel corso dell'anno nonché assegnare in
tutto o in parte i fondi residui. Di solito tale procedura
è riservata all'antiquariato quantunque con
l'istituzione della Commissione tecnica con compiti
propositivi e consultivi, i fondi destinati all'antiquariato
stesso vengono gestiti direttamente dal
Ministero.
Trovandomi oggi con voi
esperti musicologi, vorrei menzionare alcuni degli acquisti
più significativi effettuati dalla Casanatense nel
campo musicale. L'archivio del musicista romano Giovanni
Sgambati (1841-1914) è composto da numerose carte:
nomine, diplomi, ricevute, atti istitutivi di enti musicali,
programmi di concerti - circa 700 - e documenti relativi
agli stessi, manoscritti musicali, partiture a stampa,
lettere - più di 2000 - e biglietti da visita, un
rilevantissimo numero di fotografie molte con dedica
autografa, una serie di diplomi accademici, onorificenze
cavalleresche e relative insegne. L'inventariazione di
questo fondo, pervenuto in Casanatense nel dicembre 1994,
è stata pressoché ultimata e nel 1999 si spera
di poter pubblicare il relativo catalogo, suddiviso in due
volumi: uno per la parte strettamente archivistica, l'altro
per il materiale di musica manoscritto e a
stampa.
Il piccolo archivio
Respighi e i 173 pezzi musicali hanno costituito due
importanti sezioni della mostra Emptus anno allestita
dalla Casanatense nell'aprile scorso a testimonianza della
tenacia e della passione che ha animato in questo settennio
i bibliotecari casanatensi. Oltre ai due archivi Respighi e
Sgambati sono stati acquisiti 1 manoscritto di musica
pratica e ben 172 edizioni a stampa fra le quali 141
partiture di musica pratica e 31 opere di musica teorica
stampate nel XVI, XVII, soprattutto nel XVIII e nei primi
decenni del XIX secolo, molte di esse, rarissime, sono per
la prima volta presenti in una biblioteca italiana e nella
loro eleganza testimoniano la passione e l'amore dei
collezionisti che le possedettero
Discussione
Introduce la discussione
Agostina Zecca Laterza, confessando la sua invidia per le
colleghe direttrici di Biblioteche nazionali che più
volte ha visto, in occasione di aste importanti, comperare
materiali senza badare a spese. Il Ministero per i beni
culturali dimostra attualmente per l'antiquariato una
notevole attenzione, testimoniata anche dalla
disponibilità economica ottenuta per l'asta
dell'archivio Sgambati (Cavarra). Il bibliotecario del
Conservatorio S.Cecilia di Roma in realtà
tentò all'epoca l'acquisto del fondo per il
Conservatorio prima che questo fosse messo all'asta:
l'accordo con gli eredi prevedeva una spesa di 120 milioni,
cifra che il Ministero della pubblica istruzione però
non elargì, ed il fondo Sgambati fu quindi battuto
all'asta per più di 500 milioni (Carboni). Bisogna
però tenere in conto che tra i due tentativi
passò qualche anno (Cavarra). Bisogna considerare
anche i diritti di chi batte l'asta (Laterza). Oltre alle
carte furono messi in vendita anche il pianoforte, i mobili,
i quadri ed altri oggetti: alla Casanatense è stata
attribuita la parte cartacea, mentre il resto è stato
affidato al Museo nazionale degli strumenti musicali di Roma
(Cavarra). La parte cartacea sarebbe stata comunque
interessante anche per la Biblioteca del Conservatorio S.
Cecilia (Laterza).
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Vincenza
Lepore
Ministero della pubblica istruzione, Ispettorato per
l'istruzione artistica
L'evoluzione
dell'amministrazione: prospettive di gestione
autonoma
Sommario: La legge20/94
e il controllo sulla gestione di un'istituzione
scolastica. La legge 59/97, l'autonomia delle istituzioni
scolastiche e i suoi regolamenti. La proposta di
regolamento per la formazione del bilancio nei
Conservatori e nelle Accademie.
Conclusione
Vi ringrazio per l'invito
a questo momento di incontro e di scambio di idee, molto
utile a tutti, e soprattutto per me che ho l'occasione di
conoscere direttamente da voi alcune particolari
problematiche e di poterle valutare assieme. Nell'affrontare
il tema che mi è stato assegnato cercherò
anche di dare alcune risposte ai quesiti posti negli
interventi precedenti. Il collega Lombardi, nel trattare
degli acquisti presso una biblioteca di ente locale, ha
già fatto riferimento ad importantissime leggi di
riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, cui tutti
dobbiamo attenerci, in quanto vi sono fissati principi
generali. Giova tuttavia riprendere l'esame di alcune di
esse per una completa trattazione dell'argomento.
La L.241/90 è uno
dei provvedimenti legislativi che hanno introdotto
innovazioni di grande rilievo e di portata generale nella
disciplina dell'azione amministrativa. La legge in questione
ha dettato nuove regole cui deve conformarsi
l'attività della Pubblica Amministrazione ed ha anche
indirizzato l'azione verso i fini da raggiungere. Il canone
finalistico assieme ai predicati criteri di
economicità e di efficacia si sono tradotti in
parametri per l'esercizio delle attività di controllo
e per la riforma della Pubblica Amministrazione.
Con l'intervento della
L.20/94, che ha ridisegnato il controllo della Corte dei
Conti, la funzione di controllo di legittimità ha
assunto una latitudine più ampia. Per suo effetto la
Corte dei Conti esercita un controllo successivo
generalizzato sulla gestione del bilancio e il patrimonio di
tutte le amministrazioni pubbliche, rivolto alla verifica
della legittimità e regolarità delle gestioni.
Il controllo che esercita la Corte dei Conti è di
carattere ampio. Essa accerta la rispondenza dei risultati
dell'attività amministrativa agli obiettivi stabiliti
dalla legge, valutando comparativamente costi, modi e tempi
dello svolgimento dell'azione amministrativa. Il controllo
si esercita sulla globalità della gestione. Nel caso
dei Conservatori, di istruzioni con finalità
formative, verifica se tutti gli atti che hanno formato la
gestione siano stati indirizzati alla realizzazione dei
propri fini. I parametri di verifica sono fissati dallo
stesso organo di controllo, che ricostruisce i mezzi
finanziari di un'istituzione e ne accerta l'efficacia e
l'efficienza dell'azione, controllando il grado di
raggiungimento degli obiettivi. Il controllo della Corte
viene effettuato sulla base di programmi definiti dalla
Corte stessa e può prendere in considerazione anche
alcuni settori di attività. Nell'anno in corso per
gli Istituti di alta cultura è stato condotto il
controllo sugli acquisti di strumenti musicali, per cui sono
stati chiesti al Ministero cento rendiconti di Conservatori.
Con ciò, oltre ad avere introdotto i principi
regolatori dell'azione amministrativa, penso di avere dato
risposta, anche sia pur indirettamente, ad alcune delle
questioni poste dal primo intervento di questa tavola
rotonda.
Le recenti norme che
riguardano la Pubblica Amministrazione, oltre ai ripetuti
concetti di efficienza, di efficacia, di economicità
propongono anche quello di costo. La legge Bassanini fa leva
sulla semplificazione delle procedure e sulla riduzione dei
costi. Tale ultimo elemento assume particolare rilevanza in
quanto è uno dei fattori oggetto di valutazione ai
fini delle annuali allocazione delle risorse.
I principi che si
riferiscono alla economicità del servizio, al suo
costo e alla sua efficienza ed efficacia, e alla valutazione
dei risultati, indicano la strada che oggi deve
intraprendere la Pubblica Amministrazione. Essa deve tendere
ad identificare, in ciascuna istituzione, i centri di spesa
e a definire un bilancio per programmi da sottoporre a
verifica dei risultati. Proprio in vista di questo nuovo
tipo di conduzione l'amministrazione si sta riorganizzando,
decentrando le competenze dallo Stato alle Regioni e agli
Enti locali, affinché le decisioni siano prese
laddove il provvedimento deve operare e siano così
più vicine alla realtà, ottenendo effetti di
immediatezza e di rispondenza alle necessità
dell'utenza stessa, nonché ai criteri sopra
enunciati.
Nel contesto della legge
Bassanini si inserisce anche il conferimento dell'autonomia
alle istituzioni scolastiche. Di autonomia si dibatte da
tempo: con la L.537/93 sembrava di essere giunti ad un punto
di arrivo invece, per il decorso del tempo, il Governo non
ha potuto esercitare la delega ricevuta. L'art.21 della
L.59/97 prevede il trasferimento di competenze in materia di
istruzione e di servizio scolastico dall'amministrazione
centrale e periferica alle istituzioni scolastiche stesse,
dal momento in cui saranno posti in essere i regolamenti per
l'attuazione dell'autonomia. Saranno quindi emanati
più regolamenti e tra questi uno specifico per i
Conservatori, le Accademie di belle arti e gli Istituti
superiori per le industrie artistiche. L'interesse per la
materia è grande ed è da ritenere che questi
decreti saranno varati a breve termine. La procedura
prescritta per la loro emanazione è complessa in
quanto, sugli schemi predisposti si deve acquisire
contemporaneamente al parere del Consiglio di Stato quello
delle competenti Commissioni parlamentari (art. 21,comma
2).
In attesa dei regolamenti
l'on. Ministro della pubblica istruzione ha firmato un
decreto con cui si conferisce alle istituzioni di istruzione
secondaria la facoltà di attuare alcune forme di
sperimentazione dell'autonomia organizzativa e didattica.
L'ipotesi di sperimentazione prevista nel decreto in
questione si caratterizza per una riconosciuta
flessibilità delle attività scolastiche, per
l'ampliamento dell'offerta formativa e per
l'opportunità di utilizzare significative interazioni
e integrazioni con il contesto territoriale e fabbisogni
formativi locali. Al fine di fornire un contributo utile
alla sperimentazione, il decreto prevede inoltre la
costituzione di gruppi di supporto tecnico-amministrativo
all'autonomia, nuclei in cui saranno presenti figure
professionali sia interne all'Amministrazione (dirigenti,
ispettori, personale della scuola, rappresentanti IRRSAE)
sia esterne ad essa (Università, Associazioni di
professionisti, Enti locali, ecc.)
Per accompagnare questo
processo di trasformazione del mondo della scuola e di tutta
l'organizzazione dell'amminstrazione scolastica si stanno
realizzando, in collaborazione con la Confindustria ed altri
enti, seminari di aggiornamento e di formazione che
interessano anche il personale dirigenziale: a tutt'oggi
sono stati avviati corsi per 70 dirigenti.
Si è dunque messo
in moto un grande processo di cambiamento. L'autonomia
comporterà lo spostamento del livello decisionale
dall'ambito centrale a quello locale, e ciò
riguarderà anche i Conservatori e le Accademie che
oggi dipendono direttamente dal Ministero. Sarà
così di loro competenza organizzare la propria
struttura e applicare i principi dell'autonomia didattica al
fine di realizzare un servizio più efficiente ed
efficace e per migliorare l'offerta nell'ambito degli
obiettivi di livello nazionale. Con l'autonomia saranno
poste delle regole generali all'interno delle quali ciascuna
scuola potrà muoversi per realizzare il proprio
programma formativo.
In relazione a quanto
detto sono in corso di adeguamento le norme sulla gestione
dei mezzi finanziari. E' allo studio uno schema di proposta
di regolamento per la formazione del bilancio e la verifica
della gestione, le cui linee direttrici lasciano largo
margine di manovra alle istituzioni. Il bilancio di
previsione probabilmente sarà ridenominato programma
annuale decisionale, in quanto traduzione in termini
finanziari di un programma definito. Il programma si fonda
su 'unità omogenee di programma' che corrispondono ai
singoli progetti ed a concrete capacità operative
dell'istituto. Accanto al programma annuale di utilizzo
delle risorse è previsto, ai fini della gestione e
del controllo delle stesse, la predisposizione di un
bilancio operativo gestionale che definisce con maggiore
specificazione i contenuti delle unità omogenee di
programma con l'articolazione in capitoli. Il programma
operativo gestionale evidenzia l'esatto ammontare delle
risorse da destinare a ciascun oggetto di spesa e gli ambiti
di responsabilità nell'uso e nella realizzazione
degli obiettivi. L'intento è di mettere in condizione
le istituzioni di gestire i fondi sulla base di un programma
con la resa del conto alla fine dell'esercizio finanziario.
Se tale impostazione sarà accolta si eliminerà
il vincolo dell'approvazione annuale del bilancio da parte
del Ministero.
La progettualità
delle istituzioni è comunque già da ora un
elemento fondamentale. Nell'esame di un bilancio di
previsione particolare attenzione è dedicata agli
stanziamenti mirati a dare maggiori strumenti per la
formazione degli allievi. In questo modo rispondo a coloro
che si domandano perché alcuni Conservatori non
riescono a fare acquisti di libri: è probabile che il
mancato acquisto abbia origine da una mancata richiesta o
dalla carenza di disponibilità finanziarie, in quanto
non esistono vincoli particolari per gli acquisti in
questione. L'approvazione del bilancio da parte del
Ministero non è altro che l'approvazione di una
previsione di spesa, dove viene valutata l'esigenza di ogni
istituzione in relazione alle disponibilità di
stanziamento di bilancio e alle necessità degli altri
istituti. Nel caso specifico prima citato del Conservatorio
di Palermo ricordo che l'Ispettorato finanzia l'istituto
soltanto per alcuni oneri relativi al personale, mentre le
altre spese fanno capo alla Regione siciliana.
Conclusione. Lo
schema di proposta allo studio sulla formazione del bilancio
è in linea con la nuova ottica di impostazione del
bilancio statale che dovrà essere organizzato per
obiettivi, per programmi e per verifica dei risultati. La
singola istituzione programma un bilancio e lo gestisce
autonomamente. Il programma annuale decisionale si
baserà sulla programmazione dell'attività
dell'istituzione, che a sua volta dovrà essere
finalizzata all'obiettivo istituzionale.
In linea di massima il
nuovo iter procedurale prevede che il programma annuale
decisionale, una volta deliberato dal Consiglio di
Amministrazione, diventi esecutivo dopo aver ottenuto
l'avvallo dei revisori dei conti. In seguito esso
dovrà essere trasmesso al Ministero che entro un mese
potrà formulare eventuali osservazioni. Le variazioni
saranno decise dallo stesso organo che ha deliberato il
programma..
In ordine alle risorse
finanziarie la L.59/97 (art.21 comma 5) prevede che la
dotazione finanziaria essenziale sia costituita
dall'assegnazione dello Stato per il funzionamento
amministrativo e didattico, suddivisa in assegnazione
ordinaria e assegnazione perequativa. La dotazione è
attribuita senza ulteriore vincolo di destinazione che
quello dell'utilizzazione in via prioritaria per lo
svolgimento delle attività di istruzione, di
formazione e di orientamento proprie di ciascuna tipologia e
indirizzo di scuola.
Questa indicazione vale
anche per gli acquisti che devono essere funzionali al
programma formativo.
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Dibattito
Sommario. Il dibattito
si articola fondamentalmente su quattro punti: 1)
Modalità di finanziamento e di gestione dei fondi
finanziari, di esecuzione delle gare e loro iter
amministrativo nel caso degli acquisti della biblioteca.
2) Ruolo del bibliotecario all'interno del Conservatorio
e suoi rapporti con l'Amministrazione, la Direzione e il
Collegio dei docenti. 3) Standard internazionali in
relazione al lavoro bibliotecario. 4) Normativa per le
biblioteche musicali di interesse
storico.
1. Modalità di
finanziamento e di gestione dei fondi finanziari, di
esecuzione delle gare e loro iter amministrativo nel caso
degli acquisti della biblioteca. La discussione parte
dalla constatazione di come non sia evidente se esista o
meno una dotazione ordinaria per la biblioteca all'interno
del cap.29 del bilancio e come taluni Conservatori abbiano
superato il problema trovando fonti di finanziamento
all'esterno del bilancio ordinario, ad esempio attingendo a
fondi regionali (Laterza, Carboni, Pugliese).
L'appostamento delle cifre
sui singoli capitoli di spesa dipende dalle decisioni
assunte dal Consiglio di Amministrazione al momento della
stesura del bilancio previsionale. Sarebbe grave se la causa
del mancato acquisto di libri fosse da ricondurre al fatto
che non vengono appostate somme nel relativo capitolo
(Lepore).
Il problema in
realtà è esattamente questo: per prassi
diffusa il bibliotecario, non interpellato al momento della
stesura del bilancio preventivo, non ha modo di presentare
le esigenze della biblioteca al Consiglio di Amministrazione
cosicchè il budget per la biblioteca non viene
annualmente definito. Molte relazioni illustrative dei
bilanci dei Conservatori inviate al Ministero saranno
presumibilmente prive di riferimenti espliciti al
funzionamento della biblioteca. Spesso l'entità dei
fondi disponibili è comunicata al bibliotecario dopo
l'approvazione del bilancio, cioè verso la fine
dell'anno finanziario, quando la didattica e la biblioteca
si trovano a spartirsi una disponibilità, determinata
a prescindere dalle reali esigenze. Quindi se in un Istituto
non vi è una tradizione di spesa in questo settore,
il bibliotecario si trova isolato nel riconquistare uno
spazio istituzionale negato dalla prassi. Il problema
potrebbe essere assai più facilmente superato a
livello centrale ricordando alle singole istituzioni - ad
esempio nella circolare contenente istruzioni sulla
formulazione del bilancio preventivo, punto di riferimento
ineludibile per i Consigli di Amministrazione - come la
spesa annuale per i libri sia un obbligo previsto dall'art.
249 del D.Lgt.1852/1918. Sarebbe molto più semplice
allora per il bibliotecario elaborare dapprima un progetto
annuale di spesa e in un secondo tempo, avendo avuto
conferma della somma disponibile, procedere effettuando gli
ordini secondo le debite procedure di gara
(Riva).
Ma il progetto di spesa
deve essere supportato dalle necessità formative e
quindi recepire innanzitutto le esigenze dei docenti
(Lepore). E' dunque importante diffondere nei singoli
istituti il principio che la funzionalità della
biblioteca, e quindi l'effettiva disponibilità di
materiali di studio per allievi e docenti, rientra
pienamente nei servizi che consentono alla scuola di
adempiere i propri obblighi formativi; diversamente il
problema resta relegato ad un ambito amministrativo senza
coinvolgere la didattica. Il D.Lgt 1852/1918, ribadito dal
D.Lgs. 297/1994, prevede che l'iniziativa per gli acquisti
spetti al bibliotecario ed anche agli insegnanti e debba
essere approvata dal direttore (Riva).
Non bisogna dimenticare
però come il rapporto tra il bibliotecario e i
docenti non è sempre facile: si può arrivare
anche al punto che i singoli docenti presentino
singolarmente le proprie richieste di acquisto di libri al
direttore senza coinvolgere il bibliotecario
(Pugliese).
La professionalità
del bibliotecario dovrebbe essere invece di aiuto ai
colleghi, disponendo egli delle informazioni necessarie per
aggiornare le raccolte. Comunque i nuovi meccanismi di
gestione supereranno lo scoglio dell'approvazione annuale
del bilancio da parte del Ministero: il bibliotecario
saprà l'entità del budget destinato
alla biblioteca subito dopo l'approvazione del bilancio da
parte del Consiglio di Amministrazione del proprio istituto,
fermo restando il Ministero eroga i finanziamenti per
progetti che debbono essere incentrati sulle
necessità formative (Lepore).
Alla fine della
discussione resta irrisolto il problema tecnico di come
superare i vincoli imposti dall'annualità del
bilancio per acquistare le opere edite nell'arco di
più anni come le opere in continuazione.
2. Ruolo del
bibliotecario all'interno del Conservatorio e suoi rapporti
con l'Amministrazione, la Direzione e il Collegio dei
docenti. Si sottolinea la frequente mancanza di
colloquio fra bibliotecario e uffici amministrativi; la
difficoltà da parte del bibliotecario di incidere
all'interno della propria istituzione, in mancanza di
mansioni specificatamente riconosciute; l'isolamento del
bibliotecario, unico docente responsabile di un ufficio
all'interno di un corpo docente responsabile verso le classi
di allievi, di fatto entità terza fra personale
amministrativo e personale docente; la difficoltà
nell'ottenere l'attribuzione del personale necessario per
garantire l'apertura della biblioteca alla scuola e al
pubblico (Laterza, Riva, Pugliese).
3. Standard
internazionali in relazione al lavoro bibliotecario.
Più di 10 anni fa la Commissione per le
biblioteche degli istituti di istruzione musicale
(Conservatori, Univeristà) dell'associazione
professionale internazionale dei bibliotecari musicali
(IAML) stabilì degli standard internazionali. Essi
sono relativi sia ai requisiti di professionalità
richiesti al bibliotecario musicale (requisiti di cui il
Ministero ha tenuto conto nel formulare il programma d'esame
per il concorso per i bibliotecari di Conservatorio), sia
agli spazi da destinare a biblioteca e a discoteca e alle
disponibilità finanziarie per l'acquisto dei libri
nell'ambito. Sulla base di quanto avveniva nei paesi
più avanzati fu stabilito che l'Istituto avrebbe
dovuto acquistare ogni anno come minimo due libri
(intendendo per libro anche uno spartito), oppure un libro e
un disco per ciascun allievo. Fu anche stabilito che per
l'acquisto di libri e documenti sonori non si dovesse
destinare meno di 1/6 del bilancio dell'istituto. Tali
standard sembrano essere nella maggior parte degli Istituti
assolutamente ignorati, sarebbe dunque necessario
riaffermare a livello centrale almeno il livello minimo al
disotto del quale non dovrebbe essere possibile scendere
(Laterza).
4. Normativa per le
biblioteche musicali di interesse storico. Finalizzare
tutta l'attività del Conservatorio alla sola
formazione degli alunni risulta essere limitante per le
biblioteche musicali storiche aperte al pubblico
(Laterza).
Le biblioteche storiche
sono attualmente una parte dei Conservatori; le norme di
gestione indicate dalla legge Bassanini subordinano ogni
cosa, compreso l'utilizzo dei fondi, al vincolo primario
dell'istruzione didattica e della formazione, pur tenendo
presente che le istituzioni hanno anche compiti di
progettazione, innovazione, ricerca, sperimentazione e
sviluppo. Nel caso in cui la biblioteca di Conservatorio
svolga una funzione di servizio pubblico essa compie
un'interazione con il territorio, attività prevista
dalla norma, sebbene con finalità di tipo diverso.
Ugualmente sono previsti, nell'ambito degli accordi con le
regioni, interventi di partecipazione ai programmi regionali
e comunitari, ma sempre per il raggiungimento delle
finalità istituzionali, ed è prevista inoltre
l'apertura pomeridiana delle scuole. Può essere che
il regolamento sull'autonomia dei Conservatori preveda
rapporti con gli enti locali. (Lepore).
Al proposito si può
ricordare che anche la L.142 prevede i rapporti culturali
sul territorio: la provincia di Campobasso ha, ad esempio,
un rapporto particolare con il Conservatorio
(Lombardi).
Se tra gli scopi
dell'istituzione vi è anche la ricerca, come mai il
Ministero non finanziò l'acquisto del fondo Sgambati
per la biblioteca del Conservatorio di S. Cecilia? (Carboni)
Probabilmente perché non era un fondo adeguato alla
realtà specifica, ma un fondo di natura
storico-artistica: per funzionare in maniera diversa
occorrono norme diverse (Lepore).
Sarebbe dunque necessario
pensare a biblioteche musicali aperte al pubblico 'annesse'
ai Conservatori, con servizio scolastico (Laterza). Anche
questa soluzione comporta l'esigenza di definire norme
diverse: per adesso la funzione della biblioteca di
Conservatorio - grande o piccola che sia - è
strumentale e preordinata alla formazione degli allievi
(Lepore).
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